La Lega dei Ticinesi critica il voto odierno su “Prima i nostri”
BELLINZONA - «Mercoledì nero per la democrazia». Inizia così il comunicato della Lega dei Ticinesi sul voto odierno riguardante l’iniziativa “Prima i nostri”. «Il triciclo PLR-PPD-PS (nel PPD c’è stata, invero, qualche lodevole eccezione) prende a pesci in faccia la volontà del 60% dei cittadini ticinesi ed affossa la preferenza indigena, con la scusa farlocca della non compatibilità (?) col diritto superiore. Scusa farlocca perché la preferenza indigena è compatibile con la Costituzione federale (è la legge d'applicazione federale, ossia il compromesso-ciofeca sul "maledetto voto" del 9 febbraio, ad essere incompatibile con la Costituzione). La preferenza indigena ha pure ricevuto la garanzia federale. Quindi la partitocrazia sabota intenzionalmente la volontà del 60% dei ticinesi. Perché vuole che le frontiere rimangano spalancate, vuole il soppiantamento dei lavoratori ticinesi con frontalieri e vuole il dumping salariale. Addirittura un deputato PLR durante il dibattito ha detto che "i frontalieri hanno reso grande il Ticino"!», queste le parole usate.
Per la Lega dunque non è vero che non si può applicare quanto deciso dal popolo, non si vuole farlo. E aggiunge: «Adesso la situazione è chiara al di là di ogni dubbio: il triciclo PLR-PPD-PS rottama la democrazia e cancella le decisioni del popolo in nome dell'invasione da sud, che deve continuare. Vorrà dire che alle prossime elezioni questi partiti i voti li andranno a chiedere oltreconfine, visto che siedono in Parlamento a fare gli interessi del Belpaese. I frontalieri ringraziano sentitamente i propri rappresentanti in Gran Consiglio; idem dicasi per coloro che li assumono lasciando a casa i ticinesi».