Il sindacato svizzero dei mass media prende posizione dopo le recenti richieste legate al pagamento del canone da parte dei dipendenti
LUGANO - Il dibattito attorno all'iniziativa “No Billag”, al voto il prossimo 4 marzo, sta assumendo toni sempre più accesi, e il sindacato svizzero dei mass media (SSM) «non può più tacere di fronte agli attacchi di cui sono oggetto ormai da settimane le collaboratrici e i collaboratori della RSI».
Per il SSM, qualora l'iniziativa passasse, perderebbero il posto di lavoro più di 1’200 persone di 42 diverse professioni, professioni per le quali «l’economia della Svizzera italiana non è in grado di offrire alternative adeguate, e il loro destino sarebbe di andare a pesare gravemente sulle assicurazioni sociali, a carico dell’economia cantonale e per finire dei contribuenti».
«L’iniziativa No Billag non è un modo per “mettere in riga” la RSI. Chi la sostiene non fa gli interessi “della nostra gente”. Vuole semplicemente distruggere un’azienda che contribuisce come poche altre all’economia del Ticino e del Grigioni italiano. L’iniziativa è drastica e non consente nessun piano B», scrive ancora il sindacato.
Ancora di “benefit”, poi basta - In questo scenario si è inserita negli ultimi giorni anche una polemica attorno all'esenzione dal pagamento del canone dei dipendenti della SSR. «È vero, attualmente è ancora così perché è previsto dal Contratto Collettivo di lavoro negoziato con il sindacato nel 2012. Non si trattava però di un privilegio, ma di una parte del salario che veniva versato in forma di “benefit”, come peraltro capitava e capita ancora in diverse aziende», precisa il SSM.
La situazione nel frattempo è cambiata. Quando, nel 2015, è stata votata la revisione della LRTV che prevedeva l'obbligatorietà per tutti di pagare il canone, SSM e SSR hanno firmato un accordo che prevede che con la nuova CCL, che entrerà in vigore in concomitanza con l'introduzione della nuova modalità di riscossione del canone (2019), cadrà l'articolo che prevede l'esenzione dal pagamento del canone per i dipendenti SSR.
È dunque una misura già decisa. Dal momento che il CCL in vigore non prevede la possibilità di una revisione parziale, l'esenzione dal pagamento del canone per i dipendenti resterà in vigore fino alla scadenza del CCL (dicembre 2018). Le trattative tra SSR e sindacato in merito a questa clausola sono già iniziate da tempo. «È quindi falso sostenere che se ne parla ora solo perché la No Billag è alle porte», aggiunge il sindacato.
Quali privilegi? - Il SSM ci tiene poi a precisare che i dipendenti RSI sono tutt’altro che dei privilegiati. « Le condizioni di lavoro non sono fatte solo dagli stipendi, che per altro sono nella media di mercato delle professioni dell'audiovisivo, quando non inferiori. Alla RSI le collaboratrici e i collaboratori sono confrontati con quelli che sono oggi i problemi di tutti: orari irregolari, ore supplementari, peggioramento delle condizioni di lavoro, richieste sempre maggiori di flessibilità, burn out, stress, fenomeni di mobbing, problemi con il management aziendale, contratti precari... E certamente molti ricorderanno le brutali modalità messe in atto in occasione dell’ondata di licenziamenti del gennaio 2016, che non hanno certo rasserenato l’ambiente di lavoro».