I comunisti chiedono una commissione parlamentare di inchiesta e non una commissione esterna
BELLINZONA - Per il Partito Comunista, la credibilità delle istituzioni democratiche rischia di venire meno a causa del caso “Argo 1”. «Ogni giorno - si legge in una nota del PC - questa vicenda assume contorni più inquietati, gettando ombre su tutta l’amministrazione cantonale e creando sfiducia nelle istituzioni pubbliche». Per i Comunisti, tuttavia, al posto «del carosello di slogan e di dichiarazioni, occorre ora iniziare piuttosto a capire cosa è realmente successo e a trovare quindi delle soluzioni».
Da qui la richiesta di costituire una commissione parlamentare di inchiesta e non una commissione esterna che, per il PC, «avrebbe le mani legate su troppi aspetti e che rischierebbe solo di far perdere altro tempo». la commissione, per i comunisti, dovrebbe non solo far luce su quanto avvenuto, ma avere anche la missione implicita di «mostrare un volto nuovo e onesto della politica!».
Il PC invita infine il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio a prendere «molto più sul serio» la questione delle agenzie di sicurezza privata: «le mozioni del nostro deputato Massimiliano Ay inerenti la formazione degli agenti e il divieto di far capo a tali agenzie in ambiti sensibili (come il settore dei centri per richiedenti l’asilo) hanno ricevuto risposte troppo deboli, quasi a banalizzare il problema! Ci attendiamo quindi che le nostre proposte siano prese sul serio delle commissioni del Gran Consiglio che le analizzeranno. Il parlamento avrà poi la possibilità di votare a favore anche dell’iniziativa parlamentare del Partito Comunista che vieta ai municipi di esternalizzare a ditte di sicurezza privata l’esecuzione di atti di autorità di competenza della forza pubblica».