Ne è convinto lo storico Urs Altermatt, che critica la strategia del Partito liberale radicale svizzero e plaude alla decisione di Cassis: «Intelligente a rinunciare al passaporto italiano»
BERNA - Dopo 18 anni di assenza dal Governo, il Canton Ticino ha diritto a un consigliere federale. Ne è convinto lo storico friburghese Urs Altermatt, autore di un poderoso libro sui Consiglieri federali (in italiano edito da Dadò), che in un'intervista concessa oggi alla Berner Zeitung critica senza mezzi termini la strategia del Partito liberale radicale svizzero (PLR).
In particolare, Altermatt non capisce come mai il PLR abbia deciso di limitare le candidature alla sola Svizzera latina. Agendo in questo modo, i radicali hanno aperto la porta anche a candidature romande, benché questi ultimi siano già sovrarappresentati nel Governo federale.
Secondo lo storico, per anni attivo all'Università di Friburgo ma anche con soggiorni all'estero, i Romandi hanno diritto, da un punto di vista puramente aritmetico, a due seggi. Se si rispetta lo spirito della Costituzione federale, che prevede l'equa rappresentanza nell'esecutivo delle diverse regioni e componenti linguistiche del Paese, il PLR avrebbe dovuto - secondo Altermatt - presentare un esponente ticinese (ancora meglio se donna) e della Svizzera orientale (quindi svizzerotedesca, n.d.r).
Altermatt non giudica convincente la giustificazione addotta dal PLR secondo cui il partito ha quasi sempre avuto un rappresentate della Romandia in governo. A me pare, ha indicato al quotidiano, che il partito voglia spingere un ticinese, e che le candidature romande siano solo una specie di alibi.
In merito alla decisione del consigliere nazionale Ignazio Cassis, candidato alla successione di Didier Burkhalter in Consiglio federale assieme a Isabelle Moret e Pierre Maudet, Altermatt giudica positivamente il fatto che il Ticinese abbia rinunciato alla nazionalità italiana. Poiché un Consigliere federale rappresenta la Svizzera, la sua decisione è stata «intelligente», ha sostenuto.