Sara Beretta Piccoli interroga il Consiglio di Stato sulle numerose rapine a danno dei distributori di confine avvenute negli scorsi mesi
BELLINZONA - L’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi ha costellato la cronaca ticinese è giunta infine anche sul tavolo del Consiglio di Stato. In un’interrogazione, presentata questa mattina, la deputata Sara Beretta Piccoli esprime la propria preoccupazione nei confronti di un fenomeno che non sta solo «creando grande paura e apprensione nella popolazione delle zone coinvolte» ma che in alcuni casi è arrivato addirittura a «mettere in crisi i rapporti politici tra Svizzera e Italia».
«Non passa settimana che non si venga a conoscenza di una qualche rapina, di solito a mano armata, nelle pompe di benzina o nei piccoli negozi, lungo il confine del nostro cantone», lamenta Beretta Piccoli, mettendo in risalto il peso che «il fenomeno della microcriminalità» eserciti nel creare insicurezza nella nostra società.
In particolare, la deputata PPD sottolinea la «curiosa» disparità di trattamento tra i locali pubblici e le attività solitamente bersagliate dai rapinatori, con i primi obbligati a dotarsi di personale di sicurezza «sotto l’egida di rigorosi regolamenti comunali anche solo per il rumore molesto, mentre per i furti non sembra ve ne sia la necessità».
Considerati i presupposti, Beretta Piccoli - oltre a caldeggiare la possibilità di un miglior utilizzo della videosorveglianza e ad un eventuale collaborazione tra personale di sicurezza privato e forze di polizia comunali e cantonali - chiede al Consiglio di Stato di analizzare il fenomeno e di quantificare i casi avvenuti negli ultimi 12 mesi, i danni subiti dai commerci colpiti e il costo complessivo degli interventi di polizia.
Le domande rivolte al Consiglio di Stato: