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BELLINZONA - Un NO alla Riforma III dell’imposizione delle imprese e ai tre referendum cantonali, giustificato dal rifiuto di una politica che si ponga «al servizio delle multinazionali contro l’interesse della popolazione».
A cinque giorni dalla votazione del 12 febbraio, il comitato referendario “Stop ai tagli!” torna a ribadire la propria posizione, mettendo in evidenza una disparità che i sostenitori della Riforma III cercano «con ogni mezzo di nascondere». La campagna a favore del SI è infatti costata 3,3 milioni di franchi, contro i 171mila franchi a favore del NO, e questo, spiega il comitato, è dovuto al fatto che «chi ha deciso di spendere così tanto denaro sa che se la Riforma III dovesse passare guadagnerà molto di più di quanto ha speso».
Il fatto che il campo a favore della Riforma III abbia investito una tale cifra per la sola cartellonistica e la pubblicità, proprio quando «si decidono i tagli alle prestazioni sociali», sottolinea il Comitato, dimostra che «il denaro c’è e che bisogna cercarlo dov'è invece di tagliare a danno di chi fa già fatica ad arrivare a fine mese».
