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BELLINZONACome sta il mondo del lavoro femminile? E le famiglie?

08.03.16 - 07:58
In occasione della festa della donna Michela Delcò Petralli ha inoltrato un’interrogazione sul tema
Ti Press
Come sta il mondo del lavoro femminile? E le famiglie?
In occasione della festa della donna Michela Delcò Petralli ha inoltrato un’interrogazione sul tema

BELLINZONA - Nella giornata in cui si celebra la donna, Michela Delcò Petralli (Verdi) ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato in merito alla situazione lavorativa del mondo femminile, sottoscritta da altre sette donne appartenenti a diversi partiti. «La parità fra sessi nel mondo del lavoro in Ticino sembra non aver fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, anzi: le donne non solo faticano di più a trovare un lavoro e ricevono salari inferiori, ma in più quando trovano un’occupazione spesso devono accontentarsi di lavoretti con percentuali troppo basse, impieghi precari e contratti atipici» si legge nel testo che anticipa le domande.

Nell’interrogazione si parla anche di dati concreti: ad esempio secondo gli ultimi studi dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) la percentuale di donne sottoccupate è aumentata «Questa nuova forma di discriminazione va ad aggiungersi a quella salariale e al fatto che il tasso di disoccupazione ILO per le donne è più elevato».

Fatte queste premesse, Delcò Petralli chiede al Consiglio di Stato quale sia il divario retributivo fra donne e uomini in Ticino sulla base della struttura dei salari 2014, come si sia evoluto negli ultimi anni, e quali siano le differenze con le tendenze a livello nazionale. Viene chiesto inoltre quanti siano in Ticino i posti di lavoro con meno di 10 e 20 ore la settimana, e quanti di questi siano occupati dalle donne. Un’altra domanda è quale sia la percentuale di donne nelle professioni qualificate e nelle posizioni di quadro, e quale sia stata l’evoluzione negli ultimi anni, e quali differenze ci siano a livello nazionale.

Infine si chiede al Consiglio di Stato quante siano le donne che lavorano ad interim, a tempo determinato, con contratti su chiamata e atipici e in che settori.

Attraverso una nuova interrogazione, le stesse parlamentari aggiungono anche la richiesta di far luce sul supporto che viene offerto oggi alla famiglia in cui vi sono figli, specialmente in quelle situazioni in cui la donna è costretta a lavorare per mantenere la famiglia.

Pertanto viene chiesto al Consiglio di Stato se la femminilizzazione di certe professioni abbia portato al ribasso del prestigio e dei salari in queste professioni (docente, medico,...), se questo fenomeno sia connesso agli impegni delle donne-madri e in quale misura. Inoltre il gruppo di parlamentari chiede come si situi il Ticino rispetto al resto della Svizzera.

Viene chiesto anche quante siano le donne che concludono una formazione e dopo quanto tempo hanno trovato un lavoro che corrisponda alla formazione eseguita. Un’altra domanda riguarda le scelte effettuate dalle coppie in cui lavorano entrambi i coniugi al momento dei figli, e qual è la situazione per le famiglie monoparentali. Si vuole inoltre sapere quali siano le misure che si vogliono adottare politicamente per sostenere maggiormente le famiglie in termini di conciliabilità tra famiglia e lavoro, e come si intenda rispondere al peggioramento avvenuto con Harmos.

In ultimo si chiede come e quando si intenda migliorare la rete di asili nido disponibile su tutto il territorio cantonale.

Interrogazione sottoscritta da: Michela Delcò Petralli, Claudia Crivelli Barella, Nadia Ghisolfi, Lisa Bosia, Sabrina Gendotti, Natalia Ferrara Micocci, Amanda Rueckert, Sara Beretta Piccoli

 

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COMMENTI
 

Don Quijote 8 anni fa su tio
Signora Delcò, a Bellinzona il nord si trova nella direzione del Pizzo di Claro (un po' a sinistra) e il sud verso il Monte Ceneri. La sua analisi è palesemente femminista e lacunosa. Si parte sempre dal presupposto che le aziende speculano sul personale per aumentare gli utili, e allora non si capisce perché i datori di lavoro non prendono la palla al volo e assumendo prevalentemente donne poiché a parità di prestazioni costano meno degli uomini. In un'economia sana e concorrenziale lo stipendio riflette le potenzialità dell'individuo nella misura in qui servono all'azienda, e in alcuni casi si pagano anche quelle potenzialità e conoscenze che potrebbero servire saltuariamente o in un prossimo futuro, tutto il resto è aria fritta.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
lo stipendio riflette le potenzialità dell'individuo nella misura in qui servono all'azienda, e in alcuni casi si pagano anche quelle potenzialità e conoscenze che potrebbero servire saltuariamente o in un prossimo futuro ti do ragionissima su tutto, ma a parità di studio e competenze le donne vengono pagate meno, è un dato di fatto

Libero pensatore 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Evidentemente perché il loro rendimento e le loro potenzialità sono inferiori nonostante il livello di studi sia identico. Il mercato paga secondo il rendimento. Se le donne prendono meno un motivo ci sarà no? Mi pare evidente. Quello su cui bisogna essere e strenuamente onesti è il fatto di ammettere che uomo e donna sono diversi. Nessuno è migliore dell'altro, sono semplicemente diversi e quindi hanno condizioni di vita e di lavoro diverse. Il fatto ad esempio che una donna resti incinta, che stia giustamente lontana dal lavoro per diverso tempo, che magari poi desidera ridurre il tempo di lavoro, che magari è più assente per curare il bimbo malato, è palese che abbia ripercussioni negative in termini di carriera e quindi di salario. Le aziende spesso non possono prendersi il rischio di formare e di assegnare un ruolo chiave a qualcuno che poi, con buone probabilità, sarà assente per diverso tempo. La natura ci ha fatti così, e si devono accettarne le conseguenze. Le donne non fanno militare, le donne vivono più a lungo, le donne sono sistematicamente avvantaggiate in caso di divorzio (figli e soldi)... Basta con i piagnistei please.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
che uomini e donne siano diversi è evidente pure ai sassi.... non vedo dove tu trovi l'equazione "donna = inferiore rendimento e meno potenzialità" da dove ti viene questa sicurezza generalizzata? che prove hai che tutte le donne sono sempre inferiori in quanto a rendimento e potenzialità rispetto agli uomini e perciò di principio devono essere pagate e considerate meno? è grave quel che dici.. diversi non vuole dire essere inferiori. non chiederlo a me il motivo se c'è questa differenza, sei tu che lo dici, spiegamelo tu il perché già che ti pare evidente. "Il fatto ad esempio che una donna resti incinta, che stia giustamente lontana dal lavoro per diverso tempo, che magari poi desidera ridurre il tempo di lavoro, che magari è più assente per curare il bimbo malato, è palese che abbia ripercussioni negative in termini di carriera e quindi di salario." io ho scelto di non avere figli eppure a pari studio e competenze guadagno di meno. tu ipotechi le mie capacità per quello che potrei fare della mia vita ma che di fatto però non faccio. ti sembra giusto? a me sembra una stron..ta discriminatoria. le donne non fanno il militare??? ma che dici? le donne vivono più a lungo e avvantaggiate in caso di divorzio (figli e soldi) e quindi per la capacità (non per forza messa in atto!) siamo inferiori in rendimento e potenzialità e meritevoli di guadagnare meno? tu stai male, fatti curare se queste sono le tue argomentazioni in quanto essere superiore!

Libero pensatore 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Penso di essermi espresso male, o per lo meno quello che riporti tu non è il mio pensiero. Se io potessi decidere gli stipendi pagherei secondo il rendimento per cui se una donna rendesse più di un uomo io la pagherei di più. Partendo dal presupposto che là aziende ragionano in questo modo dico che evidentemente nella maggior parte dei casi l'uomo rende di più e per questo motivo guadagna di più. Ovviamente se ci sono imprese che invece agiscono in maniera discriminatoria la musica cambia. In buona sostanza però non sono io a dire che la donna rende di mena ma è il mercato. Sul discorso dei figli etc sono d'accordo con te che si tratta di ingiustizie. Io non dico che sia giusto non dare delle possibilità alle donne perché si teme la loro gravidanza. Io dico che spesso succede questo e che questo è un altro elemento che va a determinare le differenze di salario e/o di carriera. Ripeto: non credo sia giusto ma è quello che succede. D'altronde capisco anche le aziende che fanno così perché non vogliono prendersi dei rischi. La questione è complessa.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
"Se io potessi decidere gli stipendi pagherei secondo il rendimento per cui se una donna rendesse più di un uomo io la pagherei di più. Partendo dal presupposto che là aziende ragionano in questo modo " appunto... tu faresti così, le aziende mica partono da questo presupposto, ma dal presupposto che hai scritto sopra e cioè che visto che potrebbero rimanere incinta e visto che se divorziano hanno tutto strapagato allora è giusto che guadagnano di meno!.. quel "spesso succede" è discriminatorio capisci? si colpisce una categoria di genere per ciò che potrebbe succedere, è assurdo e tu lo stai giustificando. sarebbe ora di uscire dal retaggio della donna-mamma-mantenuta. temere poi la gravidanza è una cosa culturalmente orrenda, siamo alla misoginia. le aziende rischiano sul mercato tutti i giorni e quando le cose non vanno scaricano sugli impiegati tutti indistintamente! ma a priori la donna parte già ipotecata perché "potrebbe restare incinta" e perciò paga due volte... manca la clava e la caverna.

Libero pensatore 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Non credo che a livello aziendale si facciano considerazioni sul divorzio o cose simili. Si fanno ragionamenti sul rischio di perdere una persona chiave per X mesi e basta. Il discorso divorzio e militare io l'ho citato semplicemente per dire che ci sono occasioni dove a essere svantaggiati sono gli uomini e non le donne. Semplicemente volevo dire che siamo diversi e, proprio per questo motivo, ci sono momenti e situazioni dove alcuni hanno vantaggi e altri svantaggi. Poi che ci siano delle ingiustizie, che molte cose siano decisamente discutibili sono d'accordo ma penso che tutto sommato il trend per le donne sia positivo. Mai come oggi siete rappresentate a livello di consiglio federale e nel mondo del lavoro avete comunque molto più spazio e possibilità rispetto al passato e a me la cosa fa piacere, ci mancherebbe. Oggi credo che il problema lavoro tocchi un po tutti, sia uomini che donne. Le condizioni sono peggiorate per tutti, quindi tirare fuori ste cos'è il giorno della festa della donna mi pare più un butade che altro. Bisognerebbe fare interrogazioni per migliorare le condizioni generali di lavoro e di vita per tutti. Uomini e donne

MIM 8 anni fa su tio
Delcò, vada a distribuire volantini davanti ai locali dove stasera danno lo spogliarello maschile per festeggiare la giornata della donna. E' dalle donne che dovete ripartire, smettetela di prendervela con il mondo intero, e ricordatevi che più della metà della popolazione è donna!

moonie 8 anni fa su tio
ma smettetela che vi rendete solo ridicole! mi raccomando l'8 marzo interrogate, il 9 marzo potete pure dimenticarvene. fintanto che saranno le donne che si avvitano su sé stesse a chiedere parità diventate solo una macchietta, un ridicolo spettacolo populista che ormai ha stancato. cosa chiedete a fare per altro senza proporre e poi fare niente per cambiare le cose? cos'è oggi dire la vostra a nome di chi? di che cosa? perché è l'8 marzo??? dopo che vi hanno risposto sapete dove potete infilarvele tali risposte? ecco. perché non avete chiesto di firmare l'interrogazione ai vostri compari di partito uomini? queste cose rendono ancora più squallida questa squallida "festa"...

Giggina 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Non puoi chiamare squallida festa una manifestazione relativa al riconoscimento del diritto di voto femminile! Trovo più squallido questo commento offensivo.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Giggina
cos'è che si festeggia l'8 di marzo???? il diritto di voto alle femmine? da wiki La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922. squallida non sarebbe la festa in sé se portasse qualcosa ma lo è sicuramente chi la "festeggia" facendo inutili interrogazioni che non portano da nessuna parte in tutti gli ambiti in cui si pretende di avere dei riconoscimenti conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto se rimetti tutto alla possibilità di voto, bhè anche in questo caso la svizzera è pure l'ultima in classifica, solo nel 1971 hanno avuto questo diritto e per tutti gli altri ambiti ancora stiamo ad aspettà!!! ma tranq c'è l'interrogazione, ormai è fatta.... :-0

tazmaniac 8 anni fa su tio
Risposta a Giggina
Questa è la dimostrazione che la maggior parte delle "donne" doverosamente virgolettate, ad oggi, non sanno neanche più il significato vero della festa della donna (tranne andare a lasciar la scia sbavando su pettorali dei vari cifulandales e simili...). Poi vanno in giro starnazzando e pretendendo di tutto e di più. Mi sto chiedendo quando arriverà la richiesta di avere il diritto di impiantarsi pure il pene, in nome dell'assurda guerra per la parità....

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
tra l'altro storicamente non era una questione del diritto al voto ma sulle condizioni di lavoro Storia Festa della Donna La festa della donna ha la sua origine all'inizio del XX secolo quando un gruppo di operaie ha fatto sciopero per protestare contro le loro condizioni lavorative. L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare. Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa. Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.
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