In occasione della festa della donna Michela Delcò Petralli ha inoltrato un’interrogazione sul tema
BELLINZONA - Nella giornata in cui si celebra la donna, Michela Delcò Petralli (Verdi) ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato in merito alla situazione lavorativa del mondo femminile, sottoscritta da altre sette donne appartenenti a diversi partiti. «La parità fra sessi nel mondo del lavoro in Ticino sembra non aver fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, anzi: le donne non solo faticano di più a trovare un lavoro e ricevono salari inferiori, ma in più quando trovano un’occupazione spesso devono accontentarsi di lavoretti con percentuali troppo basse, impieghi precari e contratti atipici» si legge nel testo che anticipa le domande.
Nell’interrogazione si parla anche di dati concreti: ad esempio secondo gli ultimi studi dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) la percentuale di donne sottoccupate è aumentata «Questa nuova forma di discriminazione va ad aggiungersi a quella salariale e al fatto che il tasso di disoccupazione ILO per le donne è più elevato».
Fatte queste premesse, Delcò Petralli chiede al Consiglio di Stato quale sia il divario retributivo fra donne e uomini in Ticino sulla base della struttura dei salari 2014, come si sia evoluto negli ultimi anni, e quali siano le differenze con le tendenze a livello nazionale. Viene chiesto inoltre quanti siano in Ticino i posti di lavoro con meno di 10 e 20 ore la settimana, e quanti di questi siano occupati dalle donne. Un’altra domanda è quale sia la percentuale di donne nelle professioni qualificate e nelle posizioni di quadro, e quale sia stata l’evoluzione negli ultimi anni, e quali differenze ci siano a livello nazionale.
Infine si chiede al Consiglio di Stato quante siano le donne che lavorano ad interim, a tempo determinato, con contratti su chiamata e atipici e in che settori.
Attraverso una nuova interrogazione, le stesse parlamentari aggiungono anche la richiesta di far luce sul supporto che viene offerto oggi alla famiglia in cui vi sono figli, specialmente in quelle situazioni in cui la donna è costretta a lavorare per mantenere la famiglia.
Pertanto viene chiesto al Consiglio di Stato se la femminilizzazione di certe professioni abbia portato al ribasso del prestigio e dei salari in queste professioni (docente, medico,...), se questo fenomeno sia connesso agli impegni delle donne-madri e in quale misura. Inoltre il gruppo di parlamentari chiede come si situi il Ticino rispetto al resto della Svizzera.
Viene chiesto anche quante siano le donne che concludono una formazione e dopo quanto tempo hanno trovato un lavoro che corrisponda alla formazione eseguita. Un’altra domanda riguarda le scelte effettuate dalle coppie in cui lavorano entrambi i coniugi al momento dei figli, e qual è la situazione per le famiglie monoparentali. Si vuole inoltre sapere quali siano le misure che si vogliono adottare politicamente per sostenere maggiormente le famiglie in termini di conciliabilità tra famiglia e lavoro, e come si intenda rispondere al peggioramento avvenuto con Harmos.
In ultimo si chiede come e quando si intenda migliorare la rete di asili nido disponibile su tutto il territorio cantonale.
Interrogazione sottoscritta da: Michela Delcò Petralli, Claudia Crivelli Barella, Nadia Ghisolfi, Lisa Bosia, Sabrina Gendotti, Natalia Ferrara Micocci, Amanda Rueckert, Sara Beretta Piccoli