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BALERNA«Salari da fame, adesso basta. È Il momento d'agire»

02.02.16 - 16:02
Fonio e Jelmini interrogano il Governo dopo l'ennesimo annuncio di lavoro improponibile: «Informatico a 1'200 Euro al mese a Balerna»
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«Salari da fame, adesso basta. È Il momento d'agire»
Fonio e Jelmini interrogano il Governo dopo l'ennesimo annuncio di lavoro improponibile: «Informatico a 1'200 Euro al mese a Balerna»

BALERNA - Ci risiamo. Un nuovo vergognoso caso di dumping salariale è scoppiato in Ticino. Recentemente è infatti stato pubblicato su un sito internet l’annuncio di un’agenzia interinale italiana alla ricerca di informatici con laurea triennale e disposti a lavorare per una società di Balerna per un salario di 1'200 euro al mese. Il caso ha fatto reagire l'OCST, e i due parlamentari Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini, che hanno deciso di interrogare il Governo.

«Nel settore dell’informatica - si legge nel comunicato OCST odierno - dal 1. settembre 2014, è in vigore un contratto normale di lavoro che stabilisce salari minimi ben superiori a 1'200 euro al mese».

«L’annuncio in questione - sottolineano i due interroganti - è purtroppo la conferma che vi sono aziende istallate sul territorio cantonale che ignorano le condizioni salariali minime fissate per legge, proponendo stipendi che possono essere accettati unicamente da lavoratori frontalieri».

I due deputati ritengono che queste situazioni devono essere combattute con la massima severità, perché «deteriorano il mercato del lavoro ticinese e offendono la dignità dei lavoratori, siano essi residenti o frontalieri».

«Ci preme ricordare - concludono Fonio e Jelmini - che il diritto svizzero, in base all’art. 360a CO, dispone in taluni ambiti lavorativi contratti normali di lavoro che stabiliscono salari minimi vincolanti validi per l’intero ramo e modificabili solamente a vantaggio del lavoratore. Pertanto, in presenza di annunci che inducono alla violazione delle norme di legge vigenti nel nostro Paese, riteniamo che il Consiglio di Stato debba intervenire tempestivamente ed impedire che vengano proposte condizioni salariali contrarie alle leggi vigenti in Svizzera».

Per questi motivi i due deputati del PPD intendono domandare al Governo: 

    • In presenza di annunci che propongono la violazione di un contratto normale di lavoro il Consiglio di Stato quali misure vuole intraprendere?
    • Il Consiglio di Stato in che modo verifica il rispetto delle condizioni salariali dei lavoratori assoggettati a un contratto normale di lavoro?
    • Qual è stato il risultato di tali verifiche nel 2014 e nel 2015? Quante violazioni sono state accertate? Quali sanzioni sono eventualmente state comminate?
    • Il Consiglio di Stato intende rafforzare, e in che modo, le verifiche in materia di condizioni salariali?
    • Non è possibile verificare sistematicamente le condizioni salariali al momento del rilascio del permesso così da bloccare sul nascere questi abusi?
    • Quali misure intende intraprendere il Consiglio di Stato per il caso segnalato da questa interrogazione?

 

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COMMENTI
 

gmogi 8 anni fa su tio
Io vi direi di aspettare ancora un paio d'anni prima di fare qualcosa così la situazione sarà del tutto compromessa. E smettetela di dire che la gente qui non accetta di fare qualsiasi lavoro che gli si presenti, perché è chiaro che si sfrutta la leva dei salari da parte dei datori di lavoro per evitare di assumere residenti. Continuate così che già oggi nemmeno i figli non ne trovano più nemmeno nell'apprendistato. Ci vorranno generazioni per sistemare il mondo del lavoro in Ticino. Tutti a dormire in Italia? Casse comunali vuote? Gente in assistenza? Non è necessario fare l'università per capire dove stiamo andando...........

punto 8 anni fa su tio
Risposta a gmogi
concordo

fiasco 8 anni fa su tio
Mi piacerebbe ma viste e udite alcune cosuccie, ? Boca tas!
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