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LUGANO"Non solo derubata, ma trattata male anche dalla Polizia"

24.06.13 - 12:48
Parla la proprietaria dell'auto, oggetto dell'inseguimento del 20 giugno scorso. La Polizia: "Vittima poco collaborativa. Può sporgere reclamo"
Foto Rescue Media
"Non solo derubata, ma trattata male anche dalla Polizia"
Parla la proprietaria dell'auto, oggetto dell'inseguimento del 20 giugno scorso. La Polizia: "Vittima poco collaborativa. Può sporgere reclamo"

LUGANO - "Mi ha strattonata scaraventandomi sull'asfalto e partendo a bordo della mia auto. All'una di notte, da sola e a piedi, sono riuscita a trovare una panetteria aperta e a chiamare il 117". A parlare è la proprietaria del veicolo protagonista dell'inseguimento avvenuto in piena notte, tra mercoledì e giovedì scorso, a Lugano. Inseguimento che si è concluso con l'arresto di un 47enne cittadino straniero residente all'estero.

La vittima, una donna, racconta l'incubo di quella notte, tra incomprensioni e, forse, anche qualcosa di più. "La cosa che più mi ha sorpreso è che, al telefono, questi signori della polizia di Camorino fossero più preoccupati di sapere chi era stato a rubarmi l'auto piuttosto che sapere come stessi io", sottolinea la donna.

 

Sola, spaventata, la vittima chiede aiuto, ma si sente quasi ignorata. "Ho chiesto alla polizia di mandare qualcuno a prendermi. Ero da sola, lontana da casa. Speravo sinceramente in un soccorso. Per tutta risposta, il poliziotto all'altro capo del telefono, ha cominciato a parlarmi dei casini combinati nel frattempo dall'uomo che mi ha rubato l'auto. Ero basita".

 

A soccorrere la donna ci pensa una pattuglia delle Guardie di Confine che conduce la nostra interlocutrice a Noranco per la compilazione del rapporto di polizia: "Qui mi hanno tenuta 'segregata' fino alle 5 di mattina - lamenta la donna -. Ho chiesto più volte di essere portata alla mia auto, dove avevo i miei effetti personali tra cui documento, passaporto, chiavi di casa, le mie carte di credito...

 

Ora, alcune di queste cose, afferma la vittima, non ci sono più, ma non solo. Dopo essere stata derubata, in piena notte, la donna non trova nemmeno la comprensione che, in circostanze come queste, ci si aspetterebbe. "Il poliziotto, con fare burbero mi ha intimato di non muovermi, di stare zitta e ferma e aspettare lo svolgimento delle pratiche. Io, lo ammetto, a questo punto ero furiosa. Per non parlare del fatto che ci sono volute ben tre ore per la stesura di un rapporto. Quindi mi portano a Lugano, dopo avermi detto che il procuratore ha richiesto il sequestro della mia auto. Ho quindi chiesto il permesso di recuperare i miei effetti personali, ma niente. Avevano già preso la mia borsa. Il fatto che nell'auto ci potesse essere dell'altro non li ha sfiorati nemmeno di striscio. Anzi, un giovane poliziotto ha cercato di intimidirmi facendo la voce grossa e avvicinandosi a me in maniera esagerata, parlandomi a pochi centimetri dal volto. "Io ho una divisa e lei deve fare come dico io", questa è stata la sua risposta. Non sono mai stata trattata in questo modo. Ora voglio denunciare la cosa".

 

La polizia: “Poco collaborativa. Può sporgere reclamo” - Dal canto suo la polizia si difende. Sarebbe infatti stato l’atteggiamento poco collaborativo della donna a richiedere uno sforzo ulteriore da parte degli agenti presenti quella notte: “Per quanto riguarda la notte tra il 19 e il 20 giugno scorso si sottolinea il comportamento ben poco collaborativo della signora negli spazi RM2 di Noranco – precisa l’ufficio stampa della Polizia Cantonale -. Comportamento che ha richiesto non poca pazienza da parte degli agenti presenti, chiamati alla stesura di un verbale quale vittima. Si sottolinea che per la stesura di verbali da parte di una vittima non vi sono mai stati presunti problemi di sorta in passato. Se la signora ritiene presunti comportamenti di agenti della Polizia cantonale non corretti ha la possibilità di inoltrare un reclamo per chiarire l'accaduto al Comando della Polizia cantonale”.

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