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Covid-19, emozione nella zona delle scuole nord: l'Hallelujah per restare uniti

BELLINZONACovid-19, emozione nella zona delle scuole nord: l'Hallelujah per restare uniti

31.03.20 - 21:46
L'iniziativa è stata voluta da Eva Colella e Rosa Rigitano, due residenti: «Qui da settimane c'è un vuoto surreale»
tio.ch/20minuti
A sinistra Eva Colella, a destra Rosa Rigitano, organizzatrici dell'evento.
A sinistra Eva Colella, a destra Rosa Rigitano, organizzatrici dell'evento.
Covid-19, emozione nella zona delle scuole nord: l'Hallelujah per restare uniti
L'iniziativa è stata voluta da Eva Colella e Rosa Rigitano, due residenti: «Qui da settimane c'è un vuoto surreale»
Un inno alla vita. Ma anche un messaggio di speranza: «Quotidianità stravolte. Non dobbiamo scoraggiarci».

Emozioni forti nella zona delle scuole nord di Bellinzona. Nella serata di martedì, attorno alle 21, è partito il brano Hallelujah, il capolavoro di Leonard Cohen nella versione dei Pentatonix. Molta gente del quartiere si è affacciata alle finestre, cantando, con le lacrime agli occhi. Con grande commozione. L'idea è venuta a Eva Colella, 43 anni, custode della Società Federale di Ginnastica di Bellinzona. «E infatti la musica è proprio partita dalla nostra palestra. Il Covid-19 sta sconvolgendo la nostra quotidianità. Ma non ci deve disunire. Non dobbiamo scoraggiarci».

Il messaggio di solidarietà – Un inno alla vita. Un messaggio di speranza. E di solidarietà. Per le vittime del coronavirus e per i loro famigliari. Per i medici, per gli infermieri. Per i politici. «Sì, anche per loro. Che hanno il difficile compito di trovare le giuste soluzioni per noi cittadini».

Scuole chiuse e campi da calcio vuoti – C'è tanta voglia di tornare alla normalità nella parole di Eva. «Sono abituata a vedere persone di varie fasce di età che transitano dalla palestra – racconta Eva –. In queste settimane c'è stato il vuoto. Un vuoto surreale. Io in questa zona ci vivo da tre anni. È pazzesco vedere lo skatepark e i campi da calcio senza anima viva. I ragazzi sono letteralmente spariti. Le scuole sono chiuse, non ci sono i bambini. Mi manca perfino la gente che andava a spasso con i cagnolini». 

Settimane di preoccupazioni – A volere l'iniziativa, anche Rosa Rigitano, classe 1987, che proprio nella zona ha un salone da parrucchiera. «Qui non c'è più vita. Tutto si è spento di colpo. Sono giorni, settimane particolari, tutto è denso di preoccupazioni. Le nostre abitudini sono state stravolte, ci sono distanze di ogni tipo da rispettare e sopportare, i negozi sono chiusi. Tra questi anche il mio. La socialità, al momento, è limitatissima. Quello che abbiamo pensato con Eva non rappresenta una novità assoluta, ovvio. Altri lo hanno fatto. La gente, anche a Bellinzona, come altrove, ha bisogno e voglia di un abbraccio, di sentirsi meno sola e più vicina».

Niente karaoke – «Il senso di quello che abbiamo voluto mettere in atto – fa notare Eva – non era quello di mettersi in mostra e fare il karaoke dal balcone. Chi canta, prega due volte. Questo mi hanno insegnato da piccola. La musica in questo momento è uno dei pochi canali che ci tiene uniti. E che fa vibrare le nostre anime in un unico abbraccio senza distinzione di razza, religione o movimento politico. Siamo tutti sulla stessa barca, chiamati a remare nella stessa direzione».

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