La sentenza è stata comunicata poco fa dalla Corte delle Criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta: «Fatti di una gravità mostruosa»
LUGANO - «Quelli commessi dalla coppia sono fatti di una gravità mostruosa, anche considerando che le vittime erano i loro figli: hanno trasformato dei bambini in oggetti sessuali». Così il giudice Amos Pagnamenta. La Corte ha quindi condannato a quindici anni di carcere il padre cinquantenne e a tredici anni la madre quarantacinquenne (per lei si parla di sincero pentimento). «I genitori trasmettono ai figli solo elementi positivi, e sono disposti a sacrificarsi per loro. Per la coppia il termine “genitori” è completamente fuori luogo». I due sono colpevoli di un numero indeterminato di abusi sui figli che sono avvenuti sull’arco di oltre un decennio.
Ci fu coazione sessuale - La Corte ha confermato il reato di coazione - contestato dalla difesa del cinquantenne - sottolineando che la coppia ha potuto agire sapendo che i figli non avrebbero raccontato nulla di quanto accadeva tra le mura domestiche, «perché le facevano passare come normali e perché le vittime temevano di perdere la famiglia».
La credibilità della figlia - La versione della figlia è credibile (la difesa l'aveva invece messa in dubbio, sottolineando delle criticità). La Corte ha quindi parlato di racconto lineare, costante e genuino. «Le dichiarazioni iniziali della ragazza sono sfociate in un riscontro concreto». Anche il personale del foyer a cui era stata affidata «aveva subito identificato nei suoi comportamenti quelli tipici di una ragazza che ha subito abusi» ha spiegato il giudice, sottolineando che il fratello ha invece mentito a più riprese.
Le richieste dell’accusa - L’accusa, in aula rappresentata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier, aveva chiesto quindici anni di carcere per il padre, e quattordici e mezzo per la madre. «Per quanto hanno commesso, faccio fatica a chiamarli “genitori”» aveva detto nella sua requisitoria.
La difesa - Si sono invece battuti per pene non superiori ai sei anni e mezzo (per lui) e ai sei anni (per lei) i difensori. La patrocinatrice della donna, Sandra Xavier, ha fatto leva sul suo sincero pentimento: «Si è ravveduta, sa di aver fallito come moglie e soprattutto come madre». L’avvocato Maurizio Pagliuca, legale del cinquantenne, ha invece insistito sul numero degli atti sessuali: secondo l’accusa oltre centotrenta, una ventina per la difesa.