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Il trapper milanese oggi firmava i suoi dischi al Centro Lugano Sud, tanti giovani e giovanissimi. Per essere il primo della fila c'è anche chi si è presentato alle sei di mattina
GRANCIA - Sicuramente cinquecento ma forse anche mille le ragazze e i ragazzi che oggi pomeriggio hanno aspettato in fila al Centro Lugano Sud di Grancia per l'instore – ovvero un incontro con autografi – del trapper milanese Sfera Ebbasta.
Un successo a suon di provocazioni - Un successo clamoroso il suo, costruito grazie al lavoro fatto con il "produttorone" Charlie Charles e a un'immagine vincente – e provocatoria – che arriva dritta dritta dagli States. Vestiti sgargianti, tatuaggi, catene e brillantini. Non è un caso che il suo ultimo disco, un botto abbastanza clamoroso nel mare calmo della discografia italiana, si chiami proprio “Rockstar”. I testi? Come da consuetudine (t)rap inni a canapa, "sciroppo", e alla vita turbolenta.
Anche per ore, in fila ad aspettarlo - Cosa vi piace di Sfera? «Tutto!», è questo il coro unanime dei giovanissimi fan che hanno aspettato - anche per ore - il loro beniamino. C'è anche chi era a Grancia già alle 6... «Mi sono messo le calze da sci e poi... caffé a volontà», racconta il primo della fila, «di Sfera ammiro soprattutto il look, è veramente un grande!». E c'è chi, da firmare, non ha portato solo il disco: «Ho portato anche le casse dello smartphone, lo ascolto soprattutto su Spotify e Youtube», ci racconta un altro appassionato.
Una mamma: «Anche noi avevamo Vasco» - Presenti a tenere d'occhio figlie e figli anche papà e mamme: «Pure noi avevamo Vasco», ci confida una di queste, «alla fine non è poi molto diverso. Per quanto riguarda i testi provòcatori? Non importa, io mi fido di mia figlia». Un'altra: «A me francamente non importa, ma il papà invece è un po' più severo a riguardo (ride)».
I dischi sono andati tutti esauriti - L'evento, organizzato da Mediamarkt e Universal, ha dato i suoi frutti: le copie di "Rockstar" sono andate rapidamente esaurite. Ed era circa cinquecento. Non è una sorpresa considerando che, questa degli instore, per gli artisti è oggi uno dei modi migliori (assieme ai concerti) di fare cassa.
