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CANTONEA 92 km/h sui 50 e recidiva, pena ridimensionata per una "visita troppo rapida"

04.12.17 - 06:51
In appello non ha convinto il rapporto dello psicologo del traffico
tipress
A 92 km/h sui 50 e recidiva, pena ridimensionata per una "visita troppo rapida"
In appello non ha convinto il rapporto dello psicologo del traffico

BELLINZONA - In appello non ha convinto il rapporto dello psicologo del traffico sulla donna pizzicata da un radar, nel 2015 a Canobbio, mentre circolava a una velocità di 92 chilometri orari dove vige invece il limite dei 50. Il motivo? Un solo colloquio di un’ora, privo di serenità e di approfondimento scientifico, non è sufficiente per effettuare un giudizio sulla prognosi della conducente.

Queste considerazioni - come riferisce il Cdt - sono state espresse dalla Corte di appello e revisione penale (CARP) che ha deciso di riconsiderare e ridimensionare la pena per l'automobilista.

La donna, cui era giunto un decreto di accusa nel quale si proponevano una condanna e una sanzione pecuniaria non sospesa di 180 aliquote giornaliere da 130 franchi (per un totale di 23.400 franchi), aveva inoltrato ricorso venendo condannata alle Correzionali, lo scorso gennaio, a 700 ore di lavoro di pubblica utilità. Ne era seguita la decisione i rivolgersi all’istanza superiore che ha ridotto la pena alla condizionale e a 90 aliquote da 80 franchi (per un totale di 7.200 franchi).

Interessante è, però, soprattutto la riflessione dalla Corte in merito al rapporto dello psicologo del traffico. La vicenda, infatti, era complessa in quanto la donna pizzicata in eccesso di velocità era recidiva ed anche coinvolta in un grave incidente della circolazione dal quale era stata riconosciuta colpevole di omicidio colposo e guida in stato di inattitudine. Come se non bastasse era anche stata raggiunta da un decreto di accusa per guida senza autorizzazione.

La sentenza in primo grado, insomma, era giunta in seguito al colloquio tra la donna e il suddetto psicologo nella cui perizia aveva stabilito che la signora non aveva preso coscienza dei suoi errori. Rapporto che però la CARP ha criticato. «Anche nel profano – viene osservato dai giudici – desta perplessità il fatto che lo psicologo del traffico esprima giudizi coinvolgenti l’intera dimensione personale della “peritata” sulla base di un solo colloquio di un’ora e sui risultati di un paio di test somministrati in quell’ora (e neppure discussi)».

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