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CRESCIANOCava ex Antonini bloccata, il proprietario: «Disilluso. Tutto è in regola»

25.11.17 - 12:04
L'mprenditore che ha acquistato il sedime afferma di avere la documentazione che scongiura il rischio di un deposito di materiale inquinante
tipress
Cava ex Antonini bloccata, il proprietario: «Disilluso. Tutto è in regola»
L'mprenditore che ha acquistato il sedime afferma di avere la documentazione che scongiura il rischio di un deposito di materiale inquinante

CRESCIANO - La polizia cantonale da ieri ha sbarrato gli accessi alla cava ex Antonini. La decisione è partita - riferisce la Regione - dal Comune di Riviera che, come spiega il capodicastero Ivan Falconi, vuole lanciare un messaggio contro i depositi illegali di materiale nel Comune.

Björn Malingamba della Ptm, imprenditore attivo nella gestione di inerti e proprietario dei sedimi sui quali sono stati posti i sigilli, si è detto «scornato e disilluso» dalle autorità. Per lui il materiale lì depositato non è inquinato: «Posso produrre tutta la documentazione che lo certifica», assicura.

Sui dubbi sollevati riguardo al materiale trasportato dal Luganese, aggiunge che «anche» questo tipo di materiale terroso portato a Cresciano risulta essere non contaminato. E anche su questi inerti l’imprenditore si dice in grado di produrre tutta la documentazione necessaria. «Prima di intavolare le trattative per acquisire il sedime ex Antonini – spiega l’imprenditore – nel settembre 2016 abbiamo presentato regolare domanda di costruzione per riempire parte della fossa con materiale di scavo. Si stratta di un buco profondo circa 25 metri, realizzato negli anni 2000 durante l’attività estrattiva del granito, e capace di contenere circa 75mila metri cubi di terra. Un’attività, ci era stato spiegato a suo tempo, svolta senza chiedere i necessari permessi».

Il sedime, intanto, resta chiuso in qualità di «area soggetta a blocco lavori edilizi».

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