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CANTONE«Con mia figlia non ho fatto nulla»

21.11.17 - 10:44
L'uomo alla sbarra per atti sessuali con fanciulli nega la maggior parte degli episodi. I fatti, in cui erano coinvolte tre vittime, risalgono al 2016
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«Con mia figlia non ho fatto nulla»
L'uomo alla sbarra per atti sessuali con fanciulli nega la maggior parte degli episodi. I fatti, in cui erano coinvolte tre vittime, risalgono al 2016

LUGANO - Tre episodi e tre vittime di età compresa tra i sei e i nove anni. Deve rispondere in particolare di atti sessuali con fanciulli e coazione sessuale l'uomo sulla sessantina esercente del Locarnese da oggi a processo davanti alla Corte delle Assise correzionali di Locarno, riunita a Lugano e presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.

Tutti i fatti risalgono al 2016, come si evince dall’atto d’accusa firmato dall’ex procuratore pubblico Nicola Corti (in aula l’accusa è oggi rappresentata dal sostituto procuratore generale Antonio Perugini). In un episodio aveva indotto la figlia, allora di sei anni, a toccarlo sopra i vestiti nelle parti intime. In un’altra occasione in piscina aveva invece toccato il sedere a una bambina sconosciuta di nove anni. Nel terzo episodio aveva infine portato nella sua camera e baciato nelle parti intime una bimba di sette anni, figlia di una famiglia cliente del ristorante che gestiva. Successivamente si era sdraiato su di lei.

L’imputato, difeso dall’avvocato Alain Susin, nega la maggior parte della accuse. «A mia figlia non ho mai fatto nulla» esordisce, interrogato dal giudice. «Stavamo giocando, ero vestito, le chiedevo di indicare le varie parti del corpo. Lei ha indicato le mie parti intime, dicendo che si tratta del “bruco”». Per quanto riguarda invece i fatti avvenuti in piscina, l’imputato sostiene di aver toccato la bambina sui fianchi, «perché voleva uscire dall’acqua».

L'uomo ammette tuttavia l’episodio avvenuto al ristorante. «Non so come sia successo - afferma - in quel momento non ero io, forse a causa di due pastiglie contro l’emicrania che avevo preso in precedenza». Dopo i fatti, l’uomo le aveva dato venti euro. «L’ho fatto senza pensare, non era per chiederle il silenzio ma piuttosto per scusarmi».

Tra le imputazioni si contano anche la pornografia dura e la rappresentazione di atti di cruda violenza per il possesso e il consumo di materiale pedopornografico (31 file), come pure di dati relativi ad atti sessuali con animali o violenti (almeno 42 file). E si parla anche di fotografie della figlia nuda. «Sono immagini realizzate in famiglia» conclude.

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