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CANTONE / ITALIALe Ferrari e Porsche ticinesi incastrano i finti sceicchi

19.09.17 - 16:47
15 arresti per associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato” nella vicina Italia. Viaggiavano tutti a bordo di auto noleggiate a Lugano
Le Ferrari e Porsche ticinesi incastrano i finti sceicchi
15 arresti per associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato” nella vicina Italia. Viaggiavano tutti a bordo di auto noleggiate a Lugano

LUGANO - Viaggiavano a bordo di auto targate Ticino, spesso costosissime, gli attori del sodalizio criminale smantellato alle prime ore di questa mattina nella provincia di Varese. L'operazione, denominata "La Stangata", ha portato all'arresto di 15 persone di etnia rom e al sequestro di beni per il valore di 725mila euro per i reati di associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato”.

Ad incastrare i soggetti è stata la notevole sproporzione tra il tenore di vita reale e le dichiarazioni dei redditi che questi presentavano al fisco, spesso pari a zero, nonostante ostentassero lussuose autovetture, utilizzassero banconote di grosso taglio e abitassero ville prestigiose.
    
Le supercar ticinesi - Proprio le varie Porsche e Ferrari utilizzate dai malviventi, e il comune denominatore quale le targhe ticinesi, hanno aiutato il lavoro degli inquirenti. Dai veicoli, immatricolati in Ticino, i finanzieri italiani grazie alla collaborazione della polizia cantonale sono risaliti a una società di Lugano (chiusa in seguito su ordine del Ministero pubblico) il cui scopo era quello di noleggiare a dei pregiudicati le suddette auto. La garanzia dell'anonimato permetteva di compiere reati quali rapine e furti.
    
La transanzionalità dei reati per i quali sono scattati gli arresti in realtà non riguarda il territorio elvetico se non per questi noleggi. I reati contestati (furto, operazioni fraudolente di cambio valuta e sottrazione fraudolenta di denaro) sono avvenuti perlopiù in paesi come Russia, Emirati Arabi e India.
    
La truffa - Per carpire la fiducia dei “clienti”, e perpetrare le proprie frodi, i sodali erano soliti riceverli in sale meeting all’interno di alberghi di lusso, utilizzando arredamenti con doppio fondo e banconote false, ove inizialmente mostravano banconote autentiche, per importi esorbitanti, per poi sostituirle, al momento della consegna effettiva al cliente, con quelle false. Durante alcuni servizi di osservazione svolti dai finanzieri, gli indagati sono stati notati indossare lussuosi vestiti (arrivavano a travestirsi da sceicchi), utilizzando spesso immobili lussuosi, presi in affitto, e dagli stessi definiti “castelli” per evidenziarne la sontuosità. Complessivamente sono 26 attualmente le persone indagate.

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