A Lugano sono spuntate delle affissioni contro il ristorante di Pazzallo e la catena di fast food. Ma il licenziatario risponde: «C'è un buon clima. I collaboratori possono fare affidamento su di me»
LUGANO - Dopo la lettera di un gruppo di dipendenti dei McDonald's del Sottoceneri - che in aprile avevano denunciato umiliazioni e mobbing sul posto di lavoro - il gestore dei ristoranti ci aveva lasciati con una promessa: «Presto tutti i miei collaboratori torneranno a sentirsi bene al lavoro», aveva garantito in seguito a un incontro con il sindacato Unia.
A distanza di 4 mesi, però, alcuni segnali sembrerebbero dimostrare il contrario. Sul lungolago di Lugano, infatti, sono comparse delle affissioni abbastanza eloquenti. In una di queste compare il volto di una donna. La bocca è nascosta da un segnale di divieto. Sotto l'immagine la frase: «A Pazzallo siamo così» e i due archi dorati completano il quadretto. Due mani costrette da delle catene e la scritta «aiuto, siamo degli schiavi», affiancate al logo della nota catena compongono invece un secondo cartello.
«Accuse prive di fondamento» - Non certo una bella pubblicità per i ristoranti, ma soprattutto un grido d'allarme. Grido che Luca Sergi, licenziatario del ristorante di Pazzallo, non riesce a comprendere: «Abbiamo ristrutturato e riorganizzato il team del nostro ristorante McDonald’s di Pazzallo circa 2 mesi fa, in stretta collaborazione con l'Unia. L’ambiente di lavoro, non solo tra i collaboratori, ma in generale nel ristorante, è buono e il carico di lavoro ben distribuito. Pratichiamo e coltiviamo la nostra cultura del dialogo aperto e del feedback. I miei collaboratori sanno che si possono rivolgere a me o al gerente del ristorante in qualsiasi momento».
Unia: «Nessun segnale» - Contattato al telefono, anche Giangiorgio Gargantini di Unia sembra stupito per le affissioni: «Non abbiamo avuto segnali di un peggioramento delle condizioni di lavoro presso i vari McDonald's del Sottoceneri, anzi. La situazione era migliorata in seguito al nostro intervento. Restiamo in allerta pronti a registrare l'eventuale controtendenza».