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MORCOTESperonati sul Ceresio: «È stato come schiantarsi contro un muro»

28.08.17 - 07:55
La testimonianza di una delle persone a bordo dell'imbarcazione travolta a fine luglio a largo di Morcote: «Sul lago c’è molta indisciplina»
Rescue Media
Speronati sul Ceresio: «È stato come schiantarsi contro un muro»
La testimonianza di una delle persone a bordo dell'imbarcazione travolta a fine luglio a largo di Morcote: «Sul lago c’è molta indisciplina»

MORCOTE - Lo scorso 28 luglio, attorno alle 23, un 69enne alla guida della propria imbarcazione ne travolse una seconda - tra Morcote e Brusino -, allontanandosi in seguito senza prestare alcun soccorso ai feriti. Ad un mese esatto di distanza uno degli sfortunati protagonisti di quella serata ha riferito al Corriere del Ticino la propria testimonianza.

«Eravamo in mezzo al lago. Feriti, al buio e sotto choc. E ci ha lasciati lì, senza soccorrerci. Io forse sono anche svenuto per qualche secondo, mentre mia moglie aveva delle dita dei piedi rotte. In quelle condizioni non potevamo neanche nuotare fino a riva», ha raccontato uno dei 4 luganesi presenti, intenzionato a sensibilizzare nei confronti di incidenti che avvengono «più spesso di quanto si creda».

Quella sera le due coppie erano di ritorno da Porto Ceresio. «A un certo punto abbiamo sentito un botto tremendo. È stato come se ci fossimo schiantati contro un muro. Mi sono reso conto che una barca ci aveva colpiti in pieno, frontalmente, e io sono stato sbalzato contro il lunotto».  Fortunatamente, spiega, «le nostre due mogli in quel momento non erano sedute sul sedile, ma stavano per terra per ripararsi dal vento. Questo ha probabilmente evitato che finissero in acqua».

A seguito dell’impatto, i 4 hanno trascorso la notte in ospedale. «Potete capire che in quelle condizioni non saremmo neanche stati in grado di nuotare» ha affermato, precisando che «l’averci lasciato lì, omettendo di soccorrerci, è la cosa più brutta e vigliacca che si poteva fare».

Il 69enne, come confermato dalla polizia cantonale, ha infatti atteso di arrivare a casa prima di allertare le autorità. Nei suoi confronti è stata aperta un’inchiesta. «Sul lago c’è molta indisciplina. Ci sono barche che passano vicinissime alle altre, a manetta, magari perfino quando ci sono persone che stanno nuotando nelle vicinanze» spiega in conclusione lo sfortunato protagonista, invitando tutti a prestare maggiore attenzione.

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