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Tristan B., uno dei due canyonisti morti oggi in un torrente in Valle Maggia, era un volto noto nel mondo delle escursioni. «Aveva scelto il Ticino per le sue montagne»
GORDEVIO - Aveva scelto di vivere in Ticino «per le nostre montagne. Ne era innamorato». Così chi lo conosceva ricorda Tristan B., il 38enne cittadino belga residente nel Locarnese che oggi, giovedì, assieme a un altro membro del suo team, ha perso la vita in un riale a Gordevio. I due facevano parte di un gruppo di cinque appassionati dello sport estremo, che avevano scelto di esercitarsi nonostante il maltempo in Val Grande.
Un professionista - «Tristan era un super professionista» racconta un amico. «Faceva questo di mestiere da anni e non commetteva imprudenze. Quello che è accaduto è tristissimo». Durante la stagione estiva il 38enne si dedicava a tempo pieno alla sua passione. D'inverno invece faceva l'istruttore di sci. «Era un amante delle montagne e dal Belgio si era trasferito in Ticino proprio per la passione per il canyoning». Una passione condivisa con la moglie - anche lei faceva parte del team - che lascia assieme a una figlia piccola.
«Ha commesso un errore» - Anche l'altra persona deceduta, un 38enne spagnolo residente in Vallese, sembra fosse un membro dell'agenzia, di cui Tristan era presidente e fondatore. Tra gli appassionati di canyoning ticinesi il dolore è grande, ma anche lo sbigottimento. «Uscire con questo tempo non è comprensibile, è un gesto senza senso nella nostra attività» spiega un operatore del settore. «Siamo scioccati da quanto è successo. Si tratta di un percorso noto e relativamente semplice, ma l'acqua era senz'altro troppa oggi. Si è trattato di un'imprudenza». Un «errore» concordano tutti: che ai due 38enni è costato troppo caro.
