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STABIO«Da settimane mi chiedo perché quella porta fosse chiusa»

17.11.16 - 16:30
Mauro Mazzucchi è il titolare della falegnameria chiamata per aprire la stanza di Nadia Arcudi, la mattina in cui è stato dato l’allarme per la sua scomparsa
«Da settimane mi chiedo perché quella porta fosse chiusa»
Mauro Mazzucchi è il titolare della falegnameria chiamata per aprire la stanza di Nadia Arcudi, la mattina in cui è stato dato l’allarme per la sua scomparsa

STABIO - «Siamo stati chiamati tra le 9 e le 9.30 di quel lunedì mattina. A intervenire sul posto è stato mio fratello Davide. È toccato a lui aprire, con una chiave “universale”, quella porta». Mauro Mazzucchi è il titolare dell’omonima falegnameria di Stabio allertata lo scorso 17 ottobre per consentire alla polizia di potere accedere alla stanza di Nadia Arcudi. La cameretta della maestra ritrovata morta il giorno prima nei boschi di Rodero, al di là del confine del Gaggiolo. Mazzucchi, intervistato di recente anche dalle telecamere di “Chi l’ha visto?”, racconta la sua versione a Tio.ch/20 minuti. «Noi – ammette – abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro. Però…»

Tasselli mancanti - Sì, c’è un però che Mazzucchi non riesce a togliersi dalla testa. Qualcosa non gli torna in merito a quanto accaduto quella mattina nella villetta azzurra di via Cava. «Ci è stato chiesto più volte se la madre di Nadia avesse avuto atteggiamenti particolari quella mattina. Mio fratello non ha notato nulla».

La mamma - Eppure, poco prima, era stata proprio la mamma di Nadia a dire al direttore della scuola, preoccupato per la sua assenza in aula, che la 35enne forse poteva essere chiusa a chiave nella sua stanza. «Mio fratello ha aperto la porta e Nadia non c’era. Davide non si ricorda dove si trovasse la madre in quel preciso momento. Anche perché in quegli istanti nessuno di noi poteva ancora sospettare quanto fosse successo».

Il tarlo del dubbio - I fratelli Mazzucchi da giorni si fanno parecchie domande. «Ci domandiamo – riprende il titolare della ditta – chi possa avere chiuso quella camera. La chiave non è stata trovata all’interno. La porta deve essere stata chiusa per forza dall’esterno».

Un paese e tante domande - Da quanti giorni era chiusa quella porta? E possibile che nessuno, in particolare la madre, abbia provato ad aprirla durante il weekend, considerando che di mezzo c’era pure la festa di compleanno della nipotina di Nadia? In paese se lo chiedono ormai in tanti. «Io non sono un detective – dice Marco Mazzucchi – . Non spetta a me chiarire queste cose. Ma sono dubbi che ti vengono. È normale».

La chiave - Dove si trova la chiave della stanza di Nadia? Era in possesso del presunto omicida, cognato di Nadia? Oppure, si trovava nascosta da qualche altra parte? Gli inquirenti l’hanno ritrovata? «Non possiamo rilasciare dichiarazioni in merito, c’è un’inchiesta in corso», ha ribadito il Ministero Pubblico.

Macabra cena al Roadhouse - Intanto, il programma “Chi l’ha visto?” ha mostrato il luogo in cui il presunto assassino avrebbe cenato, la sera dell’omicidio, venerdì 14 ottobre, con la moglie e con la suocera. Si tratta del ristorante Roadhouse di Oligiate Comasco. Abbiamo provato a contattare la direzione del locale per sapere se qualcuno avesse notato qualcosa di particolare. «I nostri superiori ci hanno imposto di non parlare sulla vicenda», ha risposto il titolare.

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