Cerca e trova immobili

LUGANOLa maestra "manesca" resta a casa

05.03.15 - 08:29
Aperto un fascicolo sulla docente di Cadenazzo. L'esperta: "Una sberla non è mai educativa"
tipress
La maestra "manesca" resta a casa
Aperto un fascicolo sulla docente di Cadenazzo. L'esperta: "Una sberla non è mai educativa"

LUGANO - Bacchettate sulle mani, bambini sculacciati, schiaffeggiati in classe o legati alle sedie per castigo. Roba d’altri tempi, ma a volte ritornano: il caso della maestra d'asilo di Cadenazzo sospesa a metà febbraio perché troppo «manesca» riporta la questione sul tavolo. Il Decs ha deciso di prolungare la misura adottata nei confronti della docente (inizialmente sollevata dall'incarico per 7 giorni lavorativi, all’avvio dell’inchiesta amministrativa). 

Sberle (dis)educative - Sul caso, intanto, anche la Procura ha aperto un fascicolo: lo conferma il Ministero Pubblico, che fa sapere di stare «raccogliendo elementi per valutare le implicazioni sul piano penale e i possibili capi d’accusa». Per Miriam Caranzano, presidente della fondazione Aspi per la protezione dell’infanzia, quelle di Cadenazzo «non possono in ogni caso essere state delle sberle “educative”, sempre beninteso che ci siano state».

Perché lo esclude?
«Perché le sberle educative non esistono. La violenza non è mai giustificabile e non ha assolutamente niente di educativo. Mai».

Il fatto che ciò accada a scuola è un’aggravante?
«C’è l’umiliazione del bambino davanti ai compagni. Ma la violenza è violenza, a scuola come a casa: solo che a scuola la legge parla chiaro».

Le punizioni corporali però, almeno nella cronaca ticinese, esistono ancora di fatto.
«Sono comportamenti rari, e quando emergono vengono sanzionati. A essere ancora molto diffusa in Ticino è la violenza psicologica, non solo da parte dei docenti e non solo a scuola». 

C’è chi è più indietro, pare: la Francia è stata condannata nei giorni scorsi dal Consiglio d’Europa perché non sanziona la “sculacciata”.
«Da noi le sanzioni valgono per la scuola, ma per quanto riguarda la violenza domestica la legge è ancora poco chiara. Si stima che 1-2 bambini su 10 in Svizzera siano vittime di maltrattamenti, fisici o psicologici».

Parla della cosiddetta "piccola violenza"?
«Esatto. Un furto è sempre un furto, a prescindere dall'importo rubato. E la violenza è sempre violenza. Sia che a commetterla nei confronti del bambino sia un maestro di scuola, sia che sia un genitore. Non vedo perché un bambino dovrebbe accettare da un genitore una sberla, quando un genitore non accetterebbe mai di riceverla da un altro adulto. Su questo punto c’è molta strada da fare».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE