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LUGANO"Non so ancora perché ho abusato delle bimbe"

15.10.14 - 10:35
L'imputato non riesce a spiegare al giudice Rosa Item il motivo dei suoi abusi
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"Non so ancora perché ho abusato delle bimbe"
L'imputato non riesce a spiegare al giudice Rosa Item il motivo dei suoi abusi

LUGANO - Ore 10:35 - Per prima è entrata la prostituta sudamericana, scortata da un agente di polizia cantonale. Qualche istante dopo il 35enne del Bellinzonese. Lo sguardo dell'imputato è fisso, verso terra.

 E' iniziato alle 9.30 il processo nei confronti dell'uomo reo confesso, accusato di gravi abusi sessuali e violenze carnali ai danni di cinque bambine e alla prostituta sudamericana, che avrebbe partecipato in quattro occasioni dietro compenso, agli abusi. "Coazione, atti sessuali e violenza carnale ripetuti". Il presidente della Corte Rosa Item, prima di leggere le gravissime accuse nei confronti dei due imputati, contenute nelle 18 pagine dell'atto di accusa, chiede ai rappresentanti della stampa di non riportare dettagli della scabrosa vicenda che potessero rendere riconoscibile l'identità delle vittime.

Nelle fasi iniziali del dibattimento nei confronti del 35enne nato e cresciuto fuori Cantone, si ripercorre la vita dell'uomo, che ha precedenti per ripetuti atti sessuali con fanciulli. Nel 2003 fu condannato a due mesi di detenzione. Ha precedenti anche per tentata truffa e sviamento della giustizia.

 L'imputato racconta gli abusi sessuali che subì a 14 anni. Oltre a quelli che ha definito "strusciamenti", riferisce di essere stato costretto a un rapporto orale da un uomo del suo paese, e fu sodomizzato in un casolare. Fa fatica a parlarne. Si commuove. E, alla domanda del presidente della Corte Rosa Item, sui motivi che l'hanno spinto a non voler fare i nomi di chi ha compiuto gli abusi nei suoi confronti agli inquirenti, l'imputato si è giustificato, dicendo che l'ha fatto "affinché in paese non si conoscesse chi fossero".

Anche la sudamericana dichiara in aula di aver subito, quando era bambina e risiedeva in Sudamerica, "toccamenti" nelle parti intime da parte di un cugino già maggiorenne. Rimasta orfana a 7 anni, di famiglia povera, la donna dichiara alla Corte di "non aver subito un trauma" dagli abusi subiti.

Ore 11:05 - A metà mattinata il 35enne è chiamato dal presidente della Corte, Rosa Item, a rispondere a una domanda al quale l'imputato non è ancora riuscito, dopo un anno di carcere, darsi una risposta: "Perché lo ha fatto?". "Non lo so ancora perché l'ho fatto", ha risposto, sempre con sguardo a terra.

Dopo un anno di carcere, come detto, l'uomo non si è ancora dato una risposta. Non è ancora riuscito a spiegare quegli abusi perpetrati nei confronti di "bambine innocenti", come ha ricordato il giudice.

L'uomo racconta i dettagli dell'adescamento, iniziato nell'estate del 2010 e durato un paio di mesi, nei confronti della prima delle cinque vittime, la figlia della compagna dell'uomo. Poi degli abusi sessuali nei confronti della prima delle cinque vittime. Un periodo, quello dell'estate del 2010, che l'imputato stesso ha definito di "assoggettamento" nei confronti della minore. Un escalation di abusi che si preferisce non riferire nei dettagli. Abusi che dureranno fino all'ottobre del 2013.

ore 11:38 - La seconda vittima - Nel giugno del 2011 iniziano le morbose attenzioni nei confronti della sua seconda vittima. "Non dirlo alla mamma se no finisco in prigione", diceva alla bambina, imponendo il suo silenzio, come aveva fatto con la prima vittima. La strategia del male avviene come per la prima vittima, in modo graduale.

"Dai, prova", continuava a dire il 35enne alla bambina, costretta a una violenza psicologica e fisica inenarrabile, a una congiunzione carnale di cui lei non avrebbe dovuto riferire a nessuno.  

ore 12:20 - L'imputato a fine mattinata ammette davanti alla corte di aver commesso gli abusi contenuti nell'atto di accusa. "Atti che non desideravano, che non volevano, e che facevano loro schifo. Erano costrette a farli perché glielo chiedevo io", ha dichiarato in aula, ammettendo la sua insistenza e il dolore causato alle vittime, che cercavano di sottrarsi alle sue volontà, "assoggettate ai miei desideri", ogni volta che lui ne aveva voglia. Bambine che avevano paura di lui, ma lui insisteva ogni volta, perché lo scopo unico era quello di appagare i suoi desideri.

L'imputato poi racconta degli abusi nei confronti delle altre due bambine, amichette delle due prime vittime, "intrappolate" dall'imputato. 

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