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BERNA / CANTONESan Gottardo, si fa sul serio

07.10.14 - 14:46
L'associazione "No al raddoppio del San Gottardo" ha lanciato il referendum contro la costruzione di una seconda galleria stradale
Foto d'archivio (Keystone)
San Gottardo, si fa sul serio
L'associazione "No al raddoppio del San Gottardo" ha lanciato il referendum contro la costruzione di una seconda galleria stradale

BERNA - L'associazione "No al raddoppio del Gottardo" ha lanciato oggi il preannunciato referendum contro la costruzione di una seconda galleria stradale. Al Consiglio federale e al parlamento viene rimproverato di voler aggirare con false promesse il principio della protezione delle Alpi, iscritto nella Costituzione.

La prevista norma di legge, che prevede di tenere aperta al traffico solo una corsia in ogni galleria, non è altro che un trucco per aggirare l'articolo costituzionale: una legge può infatti essere cambiata in qualsiasi momento, ha sostenuto oggi in una conferenza stampa a Berna Caroline Beglinger, copresidente del comitato e codirettrice dell'Associazione traffico e ambiente (ATA). "Non facciamoci illusioni - ha ammonito - non appena ci sarà un secondo tunnel, comincerà il parapiglia per aprire tutte e quattro le corsie."

Jon Pult, copresidente del comitato e presidente dell'Iniziativa delle Alpi, ha ricordato che lo spazio alpino è un ecosistema fragile. In montagna il traffico ha effetti nocivi maggiori e a soffrirne sono le persone e l'ambiente. Difatti, ha spiegato, nelle strette valli uno stesso veicolo causa una concentrazione di sostanze nocive tre volte superiore rispetto all'Altipiano, e ancor più se le condizioni meteo sono sfavorevoli.

Da parte sua la consigliera nazionale Marina Carobbio (PS/TI), vicepresidente dell'Iniziativa delle Alpi, ha rilevato che il Ticino subisce già fortemente le conseguenze del traffico sull'asse del San Gottardo e un raddoppio finirebbe inesorabilmente per attirare ancora più traffico, in particolare quello pesante.

La salute delle persone che vivono lungo l'asse nord-sud ne soffrirebbe ancora di più. Inoltre, ha affermato la Carobbio, con la costruzione di una seconda canna, il Ticino sarebbe completamente isolato dal resto della Svizzera per 140 giorni, poiché sarebbe necessario risanare d'urgenza la galleria esistente senza un'offerta alternativa su treni-navetta.

Ma anche la Romandia subirebbe le conseguenze dell'eventuale raddoppio, ha detto la consigliera nazionale Anne Mahrer (Verdi/GE), membro del Comitato centrale dell'ATA. Per finanziare il progetto bisognerebbe infatti rinviarne altri. Facile prevedere che, in questo caso, la Romandia sarebbe ancora una volta sfavorita.

Secondo la copresidente dei Verdi e membro del Comitato dell'Iniziativa delle Alpi Regula Rytz il raddoppio sarebbe però anche in concorrenza con numerosi programmi negli agglomerati, che non avrebbero una base finanziaria sicura. Al San Gottardo, ha sottolineato, circolano in media circa 17'000 veicoli al giorno, molti di meno che negli agglomerati urbani, perciò chi vi costruisce una quinta galleria (comprese quelle ferroviarie) butta i soldi nel buco sbagliato.

Dal canto suo il consigliere nazionale Philipp Hadorn (PS/SO), segretario centrale del Sindacato del personale dei trasporti (SEV), ha rilevato che con il raddoppio il governo, i partiti borghesi e la lobby stradale corrono coscientemente il rischio di sabotare l'effetto positivo della nuova trasversale ferroviaria alpina che sarà inaugurata nei prossimi anni. Non è così che s'invoglia l'economia a trasportare maggiormente le merci con la ferrovia, ha sottolineato.

Stando alla consigliera nazionale Edith Graf-Litscher (PS/TG) un secondo tubo stradale metterebbe in pericolo la politica di trasferimento dalla strada alla ferrovia, inoltre la Svizzera rischierebbe di incorrere in problemi giuridici con l'Unione europea: l'accordo bilaterale sui trasporti terrestri si basa infatti sul principio della libera circolazione sulle strade, pertanto non è possibile adottare misure che limitino eccessivamente il traffico.

L'associazione "No al raddoppio del Gottardo" raggruppa una cinquantina di organizzazioni; oltre a ATA, Iniziativa delle Alpi, SEV, Partito socialista e Verdi, ne fanno parte anche Verdi liberali, Partito evangelico, Greenpeace, WWF, Pro Natura e Pro Velo. Il termine per la raccolta delle 50'000 firme necessarie per la riuscita del referendum scade il 15 gennaio.

PS Ticino in prima linea - Il Partito socialista ticinese sarà in prima linea nella raccolta di firme contro il raddoppio del Gottardo, considerato "un attentato alla Costituzione: non si può, anzi non si deve bucare ancora la montagna per farci passare ancora più auto e camion".

Il PS non crede che la capacità, con il doppio tunnel, non aumenterà: "oggi il Governo e la maggioranza del Parlamento ci raccontano che il flusso non crescerà perché ogni galleria rimarrà a una sola corsia. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Chi ci crede? Chi può anche solo immaginare che, al formarsi delle prime code, sotto la pressione delle lobby degli autotrasportatori, non verranno aperte tutte le quattro corsie disponibili? Noi non ci fidiamo!"

Raddoppio "superfluo, dannoso e costoso" - Superfluo perché il raddoppio andrebbe a indebolire AlpTransit, e senza giovamento per la sicurezza: "il rischio è tanto maggiore quanto più intenso è il flusso, e proprio diminuendo il traffico si renderebbe ancora più sicura la galleria attuale". Dannoso specialmente per le Alpi, ma non solo: "se il flusso aumentasse, anche il Mendrisiotto ne risentirebbe". Costoso, perché costerebbe 3 miliardi più del risanamento della galleria esistente accompagnato dal trasbordo temporaneo dei veicoli sui treni-navetta. "Una spesa del tutto inutile: dopo il risanamento, se davvero fosse aperta una sola corsia per galleria, ci ritroveremmo con le stesse code di prima".

ats red

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