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CANTONEDue ticinesi su dieci molestate dai colleghi di lavoro

08.09.14 - 08:05
Le statistiche sulle avances sessuali sono allarmanti, problemi anche nell'amministrazione pubblica e nella sanità. L’esperta: "Le vittime abbiano il coraggio di chiedere aiuto"
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Due ticinesi su dieci molestate dai colleghi di lavoro
Le statistiche sulle avances sessuali sono allarmanti, problemi anche nell'amministrazione pubblica e nella sanità. L’esperta: "Le vittime abbiano il coraggio di chiedere aiuto"

LUGANO – I discorsi piccanti iniziano con qualche battuta di troppo. Poi si passa agli sms, a tratti ambigui. In alcuni casi si arriva addirittura al contatto fisico. In Svizzera la battaglia contro gli abusi sessuali sul posto di lavoro è tutt’altro che conclusa. E pure a sud delle Alpi non mancano le situazioni imbarazzanti, anche in ambiti illustri. Stando a uno studio nazionale, recentemente completato con i dati ticinesi, in Svizzera circa la metà (51.3%) delle persone che lavorano è confrontata nel corso della vita professionale con situazioni legate al rischio di molestie sessuali. Lo ribadisce Karine Lempen, giurista presso l'Ufficio federale per l'uguaglianza tra donna e uomo. “In particolare – dice – secondo lo studio nazionale il 28,3% delle donne subisce molestie sessuali sul lavoro, contro il 10% degli uomini”.

Signora Lempen, osservando le cifre più recenti, la situazione sembra piuttosto inquietante. Possiamo entrare più nello specifico?
"I dati dicono che il 31% delle impiegate della Svizzera tedesca e il 18% delle impiegate della Svizzera romanda e italiana hanno subito, in un modo o nell’altro degli abusi.  Più ridotta la percentuale riguardante gli uomini: in Svizzera tedesca si aggira attorno all’11%, in Romandia al 7% e in Ticino al 6%".

Il concetto di molestia sessuale sul posto di lavoro è molto vasto. Come possiamo definirlo?
"Con qualsiasi comportamento di carattere sessuale o fondato sull'appartenenza di genere che, per una delle parti, risulta indesiderato, offendendo la persona nella sua dignità. La molestia può verificarsi durante il lavoro, oppure nel contesto di eventi aziendali. A molestare possono essere le collaboratrici e i collaboratori dell’impresa, i dipendenti delle aziende partner o la clientela dell’impresa".

Ci può fare qualche esempio concreto?
"Ci possono essere commenti equivoci sull’aspetto esteriore di collaboratrici e collaboratori. Oppure osservazioni sessiste sulle loro caratteristiche sessuali. O ancora: presentazione o esposizione di materiale pornografico nei luoghi di lavoro. Capita anche che le collaboratrici o i collaboratori ricevano inviti indesiderati con un chiaro intento. A volte si verificano contatti fisici indesiderati, le collaboratrici e i collaboratori vengono perseguitati. In alcuni contesti si verificano avances abbinate alla promessa di vantaggi o alla minaccia di svantaggi. Nel peggiore dei casi, si verificano coazione sessuale o violenza carnale".

Come si può distinguere una situazione innocente da un caso di abuso?
"C’è una regola semplice per capirlo. Determinante non è l’intenzione della persona che molesta, bensì il modo in cui il suo comportamento è recepito dalla persona interessata, ossia se questa lo avverte come desiderato o indesiderato".

Quali sono i settori lavorativi in cui c’è maggiore rischio?
"Stando allo studio nazionale, il disagio tocca in particolare le persone occupate nei settori dei servizi, della sanità, della chimica e dell’industria alimentare. Anche le persone che lavorano nell’amministrazione pubblica o nel settore trasporti e comunicazioni si sentono toccate dal fenomeno".

Cosa si può fare per prevenire questo problema?
"La direzione è responsabile della prevenzione all'interno dell'impresa. In una causa giudiziaria l'assenza di specifiche misure preventive può costare caro. Ecco perché c’è l'esigenza di soddisfare i seguenti tre capisaldi in materia di prevenzione: informare i collaboratori sul significato delle molestie sessuali; affermare il principio della tolleranza zero per le molestie sessuali in seno all'impresa; designare le persone a cui possono rivolgersi le collaboratrici e i collaboratori che subiscono molestie sessuali".

Spesso chi subisce molestie fa fatica a denunciare i fatti. Può dare qualche consiglio alle vittime?
"Non bisogna piegarsi in nessun caso alle molestie, anzi occorre reagire subito e dire esplicitamente alla persona molestatrice che il suo comportamento non è tollerato, a prescindere che si tratti di un superiore, o di un collega di lavoro. Non si deve esitare a chiedere aiuto".

E se il comportamento della persona molestatrice non dovesse cambiare?
"La si deve esortare per iscritto ad astenersi dal comportamento sgradito. È sempre utile confidarsi con una persona di fiducia e tenere un diario delle molestie subite. Se la situazione dovesse persistere, è opportuno informare chi di competenza per i casi di molestie sessuali in seno all'impresa, l'ufficio del personale, oppure inviare una lettera raccomandata al servizio competente, chiedendo un intervento. È anche possibile reclamare a voce, ma in questo caso bisogna assicurarsi che i reclami siano messi a verbale o che siano presenti dei testimoni. Se il servizio competente all'interno dell'impresa non interviene, il mio consiglio è di rivolgersi subito all'ufficio cantonale di conciliazione".

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