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CANTONE"Perché non volete indicare il salario nell'annuncio di lavoro?"

18.07.14 - 08:44
In Austria è obbligatorio. L'idea piace in Ticino, ma pochi la applicano
Ti Press
"Perché non volete indicare il salario nell'annuncio di lavoro?"
In Austria è obbligatorio. L'idea piace in Ticino, ma pochi la applicano

LUGANO. Questione di trasparenza... e di comodità. Paolo, 40 anni, bancario a Lugano, avrebbe risparmiato tempo e stress «se nell’annuncio di lavoro a cui ho risposto fosse stato indicato il salario offerto». «Nemmeno al telefono l’azienda ha voluto dirmelo: dovevo fare il colloquio. Ma così rischia di essere una perdita di tempo sia per me che per loro!» lamenta. Ma le inserzioni che indicano la paga (o il salario minimo di riferimento) sono una rarità in Svizzera: per questo il prof. Matthias Mölleney della Hochschule für Wirtschaft di Zurigo ha proposto su 20 minuten «l’importazione del sistema austriaco, che prevede l’obbligo di indicare il salario per gli inserzionisti: sperare che provvedano di propria iniziativa è irrealistico». 

In realtà c'è chi lo fa già, gli esempi nei portali ticinesi si sprecano:

«Cerchiamo da subito e a tempo indeterminato una donna delle pulizie - recita un annuncio comparso nei giorni scorsi - requisiti: cittadinanza svizzera o domiciliati, lavoro dichiarato e con regolare busta paga, paga oraria 22 franchi per 5/6 ore settimanali» 

O un altro, più discutibile: 

«Cerco signora italiana età minima dai 30 in sù per pulizie domestiche, posso offrire 10 franchi all’ora, chiamare solo se interessati».

Nel bene e nel male, se non altro il compenso è indicato. Il problema è che «questo accade solo in annunci pubblicati dai privati cittadini, mai dalle aziende» osserva Giovanni Albertini di Ticino&Lavoro: «Il motivo? I datori di lavoro, in questo modo, possono giocare sul salario. D’accordissimo con il sistema austriaco, dunque». Anche secondo Enrico Borelli del sindacato Unia «una maggiore trasparenza a partire dagli annunci, in un mercato del lavoro per definizione opaco come il nostro, non farebbe certo male». Chissà. 

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