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CANTONEMercato del lavoro: ecco i dati

12.12.13 - 14:30
Ti-Press (archivio)
Mercato del lavoro: ecco i dati

BELLINZONA - Nel corso dell’ultimo decennio il numero di occupati in Ticino è aumentato passando dalle quasi 188.000 persone del 2002 alle quasi 220.000 del 2012. Una crescita pari al +17,2% che ha interessato sia la componente svizzera che straniera (residenti e frontalieri), e maturata sulla scia di quanto avvertito su scala nazionale, dove da 4,2 milioni di occupati si è passati a 4,8 milioni nel 2012 (+13,4%).

Gli stranieri (residenti e frontalieri) costituiscono il 46,2% dei quasi 220.000 occupati totali in Ticino nel 2012, a fronte del 28,6% su scala nazionale. Rispetto al dato svizzero, la differenza è ovviamente dettata dall’incidenza del frontalierato che in Ticino rappresenta un quarto di tutti gli occupati, al cospetto del 5,5% nell’insieme del Paese.

Il mercato del lavoro in Ticino - Il mercato del lavoro ticinese si è espanso in tutti i settori, ma con un orientamento sempre più accentuato verso le attività economiche legate al terziario (i cosiddetti servizi) rispetto a quelle del primario e del secondario. Tendenza avvertita sia per quanto concerne la manodopera svizzera che per quella straniera (residenti e frontalieri). Inoltre, la crescita occupazionale è stata sostenuta dall’avanzata degli impieghi a tempo parziale (soprattutto per quanto concerne i lavoratori residenti e le donne).

Evoluzione della disoccupazione - Nel 2012 in Ticino le persone in cerca d’impiego (iscritte agli URC) ammontavano a 10.350 (media annua), tra queste le persone disoccupate e immediatamente collocabili erano 7.018 (media annua), per un tasso del 4,4% (in Svizzera lo stesso tasso era del 2,9%). Nel corso degli ultimi dieci anni il tasso di disoccupazione cantonale è oscillato tra il 3,5% e il 4,9%, con i massimi (medi annui) toccati nel 2005, 2006 e 2009 (in Svizzera non si è mai andati oltre il 3,9%).

I tassi di disoccupazione ticinese e nazionale, pur muovendosi nella stessa direzione, evidenziano un differenziale che tende ad aumentare quando la disoccupazione diminuisce, segnalando, rispetto al contesto nazionale, maggiore difficoltà di reinserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro cantonale. Difficoltà che si acutizzano non tanto nei periodi di crisi quanto nei periodi di ripresa economica. Storicamente, d'altra parte, il Ticino presenta tassi di disoccupazione tra i più elevati in Svizzera.

Evoluzione dei salari - Nel 2010 in Ticino il salario mediano (lordo) nel settore privato ammontava a 4.996 franchi mensili. Il 25 percento dei lavoratori peggio pagati (primo quartile) percepiva meno di 3.921 franchi mensili, mentre il 25 percento dei dipendenti meglio pagati (terzo quartile) guadagnava oltre i 6.308 franchi mensili. Tra il 2000 e il 2010 il salario mediano in Ticino ha segnato un incremento nominale del 14,7%, cioè in dieci anni l’aumento è stato di 640 franchi sullo stipendio mensile. Tra le grandi regioni del paese il Ticino evidenzia (come in passato) il livello retributivo più modesto.

Nel 2010 il salario mediano degli svizzeri ammontava a 5.498 franchi mensili, più elevato rispetto a quello degli stranieri, pari a 4.671 franchi. Le disparità salariali tra svizzeri e stranieri residenti sono per la maggior parte spiegabili dalla diversa composizione in termini di profili personali e professionali dei gruppi a confronto.

L’evoluzione dei frontalieri in Ticino - Nel III trimestre del 2013 i frontalieri occupati in Ticino erano 59.310 (il 21,4% dei 277.357 occupati sull’insieme del territorio nazionale). Rispetto al dato registrato quattordici anni fa, quando si contavano 26.453 frontalieri nel III trimestre del 1999, il numero di frontalieri in Ticino è più che raddoppiato.

L’aumento generalizzato del livello di formazione dei lavoratori si avverte anche nella componente della manodopera frontaliera e parallelamente anche nella tipologia di professioni da loro esercitate. Importante la crescita negli ambiti dove generalmente sono richiesti profili professionali avanzati e che a fine anni ’90 contavano quote e numeri relativamente contenuti di frontalieri, come nel caso delle Professioni tecniche ed equivalenti i cui effettivi son più che duplicati (passando da 2.040 a 5.725), o delle Professioni intellettuali e scientifiche o di quelle di Dirigenti e quadri superiori le cui cifre sono più che quadruplicate (passando per i primi da 947 a oltre 4.839 effettivi, per i secondi da 490 a quasi 2.219 persone).

Altre due categorie professionali spiccano per l’accentuato incremento di personale frontaliero: le Professioni dei servizi e della vendita (da 3.798 a 9.952 effettivi) e degli Impiegati amministrativi (da 1.145 a 6.919 persone). Nonostante ciò, il numero di pendolari d’oltre confine seguita ad aumentare anche nelle professioni tradizionali al frontalierato: è il caso delle Professioni non qualificate con cifre più che raddoppiate (+8.797 unità e dove si concentra un frontaliere su quattro) e delle Professioni artigianali ed equivalenti dove l’aumento è stato relativamente contenuto (+1.824 effettivi).

L’evoluzione del lavoro notificato in Ticino - Nel corso del 2012 in Ticino si sono notificati 21.313 stranieri per svolgere un’attività lucrativa inferiore ai 90 giorni lavorativi. Complessivamente hanno esercitato per 670.686 giorni, vale a dire in media 31 giorni per persona. Queste cifre corrispondo all’incirca a 2.800 persone equivalenti al tempo pieno (d’ora in poi: etp), che se rapportate all’effettivo totale di posti di lavoro (etp) censiti in Ticino ammontano a una quota aggiuntiva dell'1,8%.

Dal 2005 al 2012 il numero di persone notificate in Ticino è quasi triplicato (nel 2005 erano 7.830 persone), e il numero dei giorni di lavoro è poco più che raddoppiato (nel 2005 erano 290.426 i giorni). La maggior progressione delle persone rispetto ai giorni lavorati ha comportato un abbassamento della permanenza media dei lavoratori notificati, passata dai 37 giorni del 2005 ai 31 del 2012.

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