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LUGANODavanti al magistrato per cannabis, 150 casi all’anno

26.11.13 - 07:37
Il magistrato dei minorenni ci racconta il fenomeno della canapa tra i minori, per loro non varrà la procedura della multa
Foto d'archivio (Keystone)
Davanti al magistrato per cannabis, 150 casi all’anno
Il magistrato dei minorenni ci racconta il fenomeno della canapa tra i minori, per loro non varrà la procedura della multa

LUGANO - La multa per lo spinello verrà introdotta in Ticino da gennaio 2014. Ma  si applicherà solo ai  maggiorenni. Gli under 18 continueranno a sottostare alla procedura classica, ma qual è? Per scoprirlo lo abbiamo chiesto a chi si occupa quotidianamente di questo fenomeno: Reto Medici, il magistrato dei minorenni del nostro Cantone.

Cosa succede quando un ragazzo viene  preso con della cannabis?
"La polizia dopo averlo fermato lo sente in presenza di un rappresentante, quindi il verbale viene trasmesso a noi. In base ai fatti decidiamo se è il caso di sentirlo o meno. Il nostro scopo è quello di evitare la recidiva. Parliamo con lui e lo ascoltiamo, cercando di porre fine al consumo di sostanze psicoattive".

Chi altro interviene in questo lavoro?
"Se il consumo è importante possiamo fare capo a dei servizi di prevenzione. Ma già quando giungono qui, nella sala d’attesa c’è del materiale che spiega loro con più chiarezza ciò che stanno facendo e fornisce ai genitori degli strumenti adeguati per affrontare la situazione".

In altri cantoni vi sono dei corsi appositi per i giovani pizzicati con la cannabis.  Succede anche in Ticino?
"No, non  in modo automatico, anche perché non c’è l’offerta di corsi simili. Da noi, se c’è la necessità, si possono attivare le figure professionali più adatte già presenti sul territorio, per esempio gli operatori di Ingrado".

Come si capisce se è una situazione è più complessa?
"Dipende dal tipo di consumo. Da un lato c’è  quello di gruppo, occasionale.  Probabilmente il ragazzo o la ragazza non andrà avanti. C’è  l'automedicazione, fatta  per superare dei problemi. Che sia la fatica con la scuola, con il lavoro, con la ragazza. Sono  problematiche più importanti ed è utile coinvolgere dei professionisti  per svolgere un lavoro più approfondito".

Di che numeri stiamo parlando?
"La contravvenzione alla legge sugli stupefacenti rappresenta circa il 20% della nostra attività: sono circa 150 casi all’anno. Tra questi c’è una minoranza in cui, appunto, il consumo non si limita alla pura trasgressione, ma è legato a motivi più profondi".

È vero che tra i giovani oggi vanno di moda altre sostanze?
"Per ciò che riguarda gli incarti che trattiamo noi, non è vero. Il 97-98% dei casi che mi trovo davanti riguardano il consumo di canapa. A volte capita qualcuno che prova anfetamine o cocaina. Oppure chi ha provato un allucinogeno, Lsd o eroina, ma sono casi rari".

Quale fenomeno la preoccupa di più?
"Non dico nulla di nuovo, ma il consumo di alcol è molto preoccupante. Tutte le sostanze psicoattive, oltre agli stupefacenti, alcol e più raramente farmaci, possono portare a situazioni di aggressività. Non è vero che la canapa calma in tutti i casi, non è affatto vero. La canapa tende a esaltare la situazione del momento. Chi già era un po’ aggressivo tenderà a esserlo di più. Inoltre capita spesso che anche la vittima sia sotto l’influsso di sostanze, così non si rende conto di essere in presenza di una persona che ha voglia di litigare, che vuole alzare le mani".

Cosa pensa di chi dice che i giovani sono cambiati, peggiorati?
"Ci sono ricerche sui comportamenti trasgressivi che indicano stabilità. Personalmente trovo che qualcosa sia cambiato, lo vedo per esempio sui mezzi pubblici. Una volta era più frequente che un giovane lasciasse il posto a una persona anziana. Ma questa minore cura verso il prossimo si riscontra anche da parte degli adulti. I giovani cambiano assieme a tutto il resto della società".

Per quanto riguarda la cannabis, è cambiato qualcosa?
"Le ricerche mostrano che c’è stato un aumento. Oggi il 60% dei diciottenni afferma di aver fumato almeno una volta nella vita. Questa percentuale dieci anni fa era più bassa. Ma il fatto di aver provato non vuol dire nulla. Anzi, forse è servito per capirne l’inutilità. Le trasgressioni possono aiutare a crescere, ci si rende conto dei propri limiti. I media e la letteratura spesso esaltano le sostanze. Poi, provando, ci si rende conto che è tutta un’esagerazione. Non siamo tutti Kerouac o Burroughs".

Ritiene giusto che la multa non venga utilizzata per i minorenni?
"Sì. Nonostante le persone che fanno uso di stupefacenti, in genere, hanno dai 15 anni in su, hanno comunque ancora bisogno di essere accompagnate. È sbagliato bagatellizzare il consumo di tutte le sostanze psicoattive. Bisogna cercare una discussione, con la procedura contravvenzionale il discorso si chiuderebbe in cinque minuti. Per gli adulti, invece, ritengo sia giusto. L’adulto dovrebbe avere capacità di discernimento, dovrebbe essere in grado i valutare i propri atti. Se vuole trasgredire sarà sanzionato di conseguenza".
 

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