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CANTONEFilm vietati: "Il nostro obbiettivo? Tutelare la salute psicofisica del minore"

27.06.13 - 21:00
Secondo il presidente della Commissione dei film per giovani l'ingresso di produttori e distributori nella commissione rappresenterebbe un conflitto d’interessi
TiPress (archivio)
Film vietati: "Il nostro obbiettivo? Tutelare la salute psicofisica del minore"
Secondo il presidente della Commissione dei film per giovani l'ingresso di produttori e distributori nella commissione rappresenterebbe un conflitto d’interessi

LUGANO - "Non possiamo rincorrere degli interessi, legittimi, ma di parte. Il nostro obbiettivo è, e deve continuare a essere, quello contenuto nella "Legge sul cinema": tutelare la salute psicofisica del minore". Marco Baudino, presidente della Commissione dei film per giovani replica alle forti dichiarazioni di Antonio Prata, direttore della programmazione del Cinestar.
 
La polemica, scaturita in seguito alla decisione della Commissione di limitare ai minori di 15 anni la visione del film "World War Z" - il nuovo "blockbuster targato USA" - da pochi giorni nelle nostre sale - viene subito frenata: "Vi è una legge cantonale che intende salvaguardare la salute psicofisica del minore che va rispettata - sottolinea Baudino -. La legge sancisce: "ai minori di 16 anni è vietato assistere alla proiezione di un film con un contenuto tale da poter esercitare un'influenza traumatizzante o pericolosa sulla loro educazione; in particolare sono ritenuti tali i film che esaltano la violenza, offendono la dignità umana, invogliano a compiere reati e dove hanno una parte rilevante la pornografia, il razzismo, la giustificazione delle droghe". Prata lamenta il fatto che il target del film sia stato pensato per un pubblico dai 12 ai 25 anni? Questo è un auspicio dei produttori e dei distributori della pellicola, non per forza deve coincidere con l'analisi che viene fatta da dei tecnici che hanno il compito di valutare l'impatto che un film può avere su un pubblico di minori. Non è un caso che il film sia stato limitato nel resto della Svizzera, in Germania e in Portogallo ai minori di 16 anni e in Irlanda, Svezia, Danimarca e Finlandia, ai minori di 15 come da noi. Ovviamente loro trovano conveniente puntare a un pubblico giovane, ma il nostro compito, ribadisco, è quello di tutelare il minore".
 
Per il presidente della Commissione l'ingresso di produttori e distributori nella commissione rappresenterebbe una distorsione per una valutazione oggettiva del film. "I cantoni Svizzeri, tranne il Ticino - spiega -, hanno aderito, a inizio anno, a una convenzione che delega a una Commissione germanica, composta da produttori, distributori, responsabili delle sale cinematografiche, psicologi ed educatori (che sono in minoranza) il compito di decidere, per la maggior parte dei film, l'età per la visione di una proiezione ai minori. Il Ticino non vi ha aderito per diversi motivi. Il primo, l'evidente conflitto d'interesse che emergerebbe; il secondo legato al doppiaggio dei film che vengono visti solo in lingua originale o in tedesco; Il terzo, che i film italiani e alcuni delle cinematografie emergenti non sarebbero visti per tempo, considerato che giungono in Germania dopo che sono usciti nelle sale cinematografiche ticinesi. Il quarto, che si sarebbe dovuta cambiare la legislazione in Ticino. Il quinto, i costi che per il cantone sarebbero aumentati".
 
Commissione che, d'altra parte, si è mostrata più clemente con il film in questione: "In Germania e nel resto della Svizzera il limite di età è stato fissato ai minori di 16 anni. Prata replica che a pochi chilometri da noi il film non è vietato? "È vero - replica Baudino - in Italia si è scelto di non limitare più la visione dei film ai minori, se non in casi eccezionali. Hanno un'altra legislazione, come per altri capi, per esempio per la vendita di alcool ai minori, i limiti di velocità sulle strade o la vendita di farmaci".
 
Per Baudino, infine, nonostante la volontà più volte espressa dal direttore della programmazione del Cinestar di entrare a far parte della suddetta commissione, questi non avrebbe mai presentato domanda formale. "Il Regolamento di applicazione della Legge sul cinema decreta che la Commissione deve essere composta da membri scelti tra genitori, educatori e psicologi. Come tutte le leggi e i regolamenti, anche questo è modificabile. In ogni caso la sua richiesta non può essere esaminata dal Presidente della commissione che non ne ha le competenze. Il signor Prata, se vuole, può fare richiesta al Consiglio di Stato che la valuterà. A mio parere, però, il suo ingresso in commissione darebbe origine a un conflitto d'interessi e a una disparità di trattamento con gli altri gestori delle sale cinematografiche ticinesi. Ritengo che sia giusto che siano dei tecnici e delle persone che lavorano a stretto contatto con il variegato mondo dei minori, a far parte di questa specifica Commissione, questo perché il nostro mandato non è di valutare la qualità del film, ma l'impatto che può avere su un minore".

 

 

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