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Il gruppo socialista si rivolge al Governo cantonale per chiedere se tutti i consiglieri di Stato riversano all'erario gli emolumenti ricevuti per la partecipazione alle aziende parastatali
BELLINZONA - Il gruppo parlamentare del Partito Socialista ha inoltrato oggi una interrogazione all'indirizzo del Consiglio di Stato su un tema, quello degli emolumenti percepiti dai Consiglieri di Stato, che in questi giorni sta facendo discutere il mondo politico ticinese.
Lo spunto arriva dalla dichiarazione della Consigliera di Stato Laura Sadis fatta nei giorni scorsi in Gran Consiglio, in cui ha informato di riversare nelle casse dello Stato gli oltre 40mila franchi annui che percepisce in virtù della sua partecipazione ad enti parastatali, in rispetto dell'articolo 5 della Legge sull'onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato.
"A nostro giudizio - si legge - appare evidente sia per l’interpretazione della legge sia per semplice analogia che ad esempio la partecipazione al Consiglio di banca della BNS vada assimilata a quella di enti cantonali quali AET, USI, SUPSI, EOC, ecc. Tuttavia la questione per taluni, che si sono espressi in questi giorni, starebbe in altri termini.
Lo scandalo dei rimborsi abusivi che sta travolgendo il Consiglio regionale lombardo, pur essendo di ben altra portata, invita a prudenza ed analisi approfondita della fattispecie, anche per rispetto alla popolazione confrontata ad una crisi strisciante e convinta che “l’esempio vien dall’alto”.
