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LUGANOMaier scoppia a piangere: "Diebold non voleva venire a vivere con un vecchio idiota"

11.12.12 - 11:18
In aula sono stati raccontati i minuti prima dell'uccisione. Momenti di tensioni. L'imputato in lacrime.
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Maier scoppia a piangere: "Diebold non voleva venire a vivere con un vecchio idiota"
In aula sono stati raccontati i minuti prima dell'uccisione. Momenti di tensioni. L'imputato in lacrime.

LUGANO - Momenti di grande tensione questa mattina al processo nei confronti di Hans-Peter Maier che ricordando il suo tormentato rapporto con la vittima, Matteo Diebold, è scoppiato in lacrime. In un climax ascendente di emozioni, Maier ha ricordato la sera dell'11 novembre, quando andarono a cena al Ristorante Flora. Una serata in cui Maier si aspettava una risposta chiarificatrice da Diebold, sul loro futuro.

"Mi ricordo che al tavolo vicino a noi c'era una coppia di svizzero-tedeschi con un cane. Matteo li odiava i cani, io li adoro. Io ho giocato un po' con il cane. Ho cominciato a parlare con loro e Matteo non aveva gradito. Sapevo che a Matteo non faceva piacere se io concentravo la mia attenzione al di fuori di lui. Volevo un po' punirlo, perché mi trattava come se io non avessi il diritto di sapere e rinviava sempre la risposta". La fatidica risposta che Maier aspettava era quella se Matteo avesse lasciato definitivamente il fidanzato Marco. "Parlavamo del cibo, del suo lavoro, dei suoi problemi, ma non volevo fargli pressione perché avevo paura che se ne andasse", continua a raccontare Maier.

Alle 23 i due tornano insieme a casa di Diebold. "E' andato verso l'entrata come se io non ci fossi, Un atteggiamento che ha fatto spesso. Se avessi avuto le mie chiavi, me ne sarei andato. Avevo voglia di scappare. Ma forse le avevo dimenticate in casa sua. Io volevo una risposta e avevo la tentazione di punirlo per come mi trattava". 

Maier dunque sale nell'apertamento di Diebold, perchè voleva una risposta. "Mi sentivo nel fango, ero nel fango", continua Maier. "Matteo era andato in cucina, e io l'ho seguito. Mi ricordo di avergli chiesto per l'ultima volta di darmi una risposta, ma lui ha cominciato a insultarmi. In quel momento mi ha sepolto di ingiurie, parolacce, attacchi volgari. Mi ha detto che non voleva passare la vita con un vecchio come me. Sei una merda, sei niente, mi servivi soltanto, mi ha detto".

L'avvocato difensore lo riprende e gli dice di non eccedere in sentimentalismi e di non fare il Dottor Zivago: "Dica quella frase!". Maier a quel punto, con la voce rotta dal pianto, pronuncia quella frase che ha gli ha detto Diebold e che Maier non avrebbe voluto pronunciare davanti alla corte: "Cosa pensi che vado a vivere con un vecchio idiota come te" dice con la frase rotta dal pianto. "Non lo ripeto più, è nei verbali". Maier piange e non riesce più a continuare.

Il giudice chiede a Maier del coltello: "C'era quel coltello li vicino" - dice Maier - "Dov'era?" chiede il giudice. Era lì appoggiato sul ripiano. Ma cosa ci faceva lì il coltello? "Non lo so".  "Dove teneva il coltello?" "Insieme agli altri coltelli.  

Il processo è stato interrotto per 15 minuti.
 

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