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«La colpa non è solo dei cantieri, ci sono davvero troppe macchine in giro»

BELLINZONA«La colpa non è solo dei cantieri, ci sono davvero troppe macchine in giro»

15.10.21 - 17:17
Eugenio Sapia, portavoce dell'USTRA, è stato ospite di Piazza Ticino. Guarda la video intervista.
Ti-Press/ D.G.
«La colpa non è solo dei cantieri, ci sono davvero troppe macchine in giro»
Eugenio Sapia, portavoce dell'USTRA, è stato ospite di Piazza Ticino. Guarda la video intervista.
Non si placano le polemiche sul traffico lungo l'A2. Perché sono tornate le code? Quali sono le responsabilità di chi gestisce la rete autostradale?

BELLINZONA - «L'autostrada non riesce più ad assorbire il numero dei veicoli che percorrono determinate tratte». Ad affermarlo è Eugenio Sapia, portavoce dell'Ufficio federale delle strade (USTRA), ospite di Piazza Ticino.  Le code sull'A2 sono tornate d'attualità da qualche settimana a questa parte. «Forse – ipotizza Sapia – a causa del Covid. Magari c'è chi predilige il veicolo privato rispetto al mezzo pubblico». 

Di recente anche Claudio Zali, direttore del Dipartimento cantonale del territorio si è arrabbiato con l'USTRA...
«È accaduto in seguito a un imprevisto sul cantiere all'altezza della galleria del San Salvatore. Durante i lavori notturni si è rotto un mezzo del cantiere. Questo ha ritardato la posa dell'asfalto e la riapertura al traffico. Si è creato un problema di sicurezza... Ci siamo scusati». 

D'accordo. Però l'USTRA sembra una fabbrica di cantieri... 
«L'autostrada è vecchia di 60 anni. Occorre fare lavori di risanamento, di protezione fonica, di pulizia delle acque, di modifica della segnaletica. Gli standard delle nostre autostrade nazionali devono restare elevati. E questo comporta l'apertura di cantieri. In Ticino non ne abbiamo poi così tanti: c'è quello di Lugano, quello di Bellinzona e quello tra Airolo e Quinto...»

Sono tuttavia cantieri grossi. Coinvolgono tanti chilometri. E questo snerva la gente. 
«Di principio si interviene in maniera completa "una volta" su una determinata tratta per poi non toccarla più per tanto tempo. Va evidenziato che per venire incontro all'utenza facciamo tanto ricorso al lavoro notturno. Gli operai fanno tanti sacrifici».

Sì. Ma l'utenza vorrebbe una vita un po' più rilassata...
«Però ci sono troppe persone che prendono l'auto da sole. Tra Mendrisio e Lugano è stato calcolato che l'occupazione media di un veicolo è di 1,1 persone. Poi sicuramente c'è anche il discorso che al momento la pandemia non invoglia a usare i mezzi pubblici. Può essere».

Il Ticino, per questioni logistiche e geografiche, è condannato a convivere tra gli ingorghi?
«La geografia del cantone non aiuta. Abbiamo cercato soluzioni: ad esempio abbiamo introdotto i limiti variabili di velocità che si adattano alle situazioni reali del traffico».

A molti i limiti di velocità variabili danno fastidio...
«Abbassando la velocità possono transitare più veicoli. È una misura che viene applicata durante le ore di punta e senza la quale l'automobilista viaggerebbe ancora più lentamente». 

La lunghissima corsia per i camion dopo Biasca in direzione nord continua a essere criticata, unitamente al limite degli 80 chilometri orari sulla stessa tratta. Che ne pensa?
«Sono misure che servono per il dosaggio del traffico verso la galleria del San Gottardo. L'anno prossimo apriremo il nuovo centro di controllo per i veicoli pesanti a Bodio-Giornico, creando una cinquantina di posti di lavoro e aumentando la fluidità del traffico».

Pensando in particolare al Sottoceneri c'è chi contesta anche i semafori in autostrada. Come replica?
«Prima di tutto evitano che il rigurgito della coda finisca anche sulle strade cantonali, a livello di un'entrata autostradale. E poi pensiamo a un incidente. Grazie ai semafori le gallerie restano libere. In caso contrario sarebbe difficile fare passare i mezzi di soccorso».        

Sembra quasi che scegliate sempre il minore dei mali...
«A corto termine sì. A lungo termine c'è un margine di miglioramento magari anche grazie al fatto che in alcune circostanze si usa la corsia di emergenza come quarta corsia. Si parla, inoltre, di veicoli autonomi, di un servizio di trasporto pubblico potenziato, tutto è in divenire».

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