La proposta di Patrizia, che ha abbandonato l’auto per abbracciare il “bike to work”: «Sarebbe bello promuovere degli incentivi al chilometro». L'esperto: «Non dimentichiamoci della sicurezza»
LUGANO - Il tema dell'ecosostenibilità è più attuale che mai. In tutto il mondo si punta il dito contro le maggiori cause inquinanti e tra queste c'è, sicuramente, anche l'uso smodato di veicoli a motore. Tra gli esempi virtuosi si possono contare coloro che scelgono la "mobilità green" anche per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Come Patrizia, che da circa 2 anni Percorre la tratta Caslano-Bedano e ritorno sfruttando la sola forza delle sue gambe.
«Ma con un piccolo aiuto», precisa. Patrizia, infatti, è tra i tanti passati alla bici elettrica. «L’idea è venuta a mio marito - spiega -. Lavora ad Agno. Dopo l’introduzione della tassa di collegamento l’azienda gli ha chiesto il pagamento del parcheggio. Ha deciso di passare alla bicicletta. “non spendo e prendo aria”, ha detto. E io ho seguito il suo esempio».
Solo che per Patrizia il tragitto è meno breve: «Sono circa 24 chilometri al giorno. Ma la situazione era diventata insostenibile. Una volta, in auto, ci mettevo mezz’ora per fare 12 chilometri. Adesso ci vuole un’ora salvo imprevisti. Con la bicicletta in 30 minuti sono a casa».
Da qui la decisione di passare all’elettrico. Senza però poter usufruire di nessun contributo per l'acquisto: «Purtroppo Caslano non rientra tra i comuni che prevedono incentivi in questo senso. L’attrezzatura completa mi è costata sui 3’000 franchi. Ma l’anno scorso sono riuscita a sfruttarla anche nei mesi invernali. Basta coprirsi bene. E poi ho la fortuna di avere vicina la ciclopista».
Il risparmio, così, si fa sentire: «Prima facevamo un pieno a settimana. Adesso ci dura anche 4 mesi». A tal proposito Patrizia si fa portatrice di un altro buon proposito, prendendo spunto dalla vicina Penisola, precisamente dalla regione Piemonte: «Si chiama "bike to work". Ti pagano i chilometri compiuti nel tragitto tra casa e lavoro. Ovviamente se usi la bicicletta. Precisamente, chi aderisce all'iniziativa può contare su 25 centesimi per ogni chilometro percorso».
Un'idea, questa, che vedrebbe bene anche in Ticino: «Lo trovo un progetto all'avanguardia. Spero possa stuzzicare la fantasia dei nostri politici... Chissà».
La parola all'esperto:
Dello stesso parere è anche l'esperto di mobilità ed economia della bici, Alex D'Agosta: «Un'ottima proposta. Anche se per l'utente svizzero sarebbe forse più importante godere di uno scenario di maggiore sicurezza. Ricordiamoci che il desiderio di risparmio non è sempre prioritario quando si sceglie uno switch modale a favore della mobilità sostenibile».
«Ogni iniziativa "bike to work" è pregevole - aggiunge D'Agosta -. Ma bisogna fare un distinguo fra incentivi diretti e indiretti. A mio parere i fronti migliori su cui lavorare sono le organizzazioni datoriali o le autorità fiscali. Credo che i maggiori benefici si possano apprezzare con gratificazioni dirette in busta paga o defiscalizzazioni. Ne è un esempio virtuoso la Germania, leader in Europa per quanto riguarda il leasing delle biciclette, pagate per metà dal lavoratore e per metà dal datore di lavoro».