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CANTONE«Noi costrette a fare due, tre lavori per tirare a campare»

21.08.19 - 09:30
In Svizzera sono un esercito quelli del multi-impiego. Per lo più donne, due di esse si raccontano. E il sindacalista spiega: «Servono salari minimi degni e limitazioni al lavoro su chiamata»
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«Noi costrette a fare due, tre lavori per tirare a campare»
In Svizzera sono un esercito quelli del multi-impiego. Per lo più donne, due di esse si raccontano. E il sindacalista spiega: «Servono salari minimi degni e limitazioni al lavoro su chiamata»

LUGANO - «Iniziavo a lavorare alle 9 e, con turni a singhiozzo, la mia giornata finiva a mezzanotte». La paga? «In tutto arrivavo a 2.000-2.200 franchi. Quando andava bene 2’500». Marta, nome di fantasia, sulla trentina, è stata una delle 400mila persone che in Svizzera sono costrette a sommare più lavori per sopravvivere tra affitti, cassa malati e spese varie. Da poco la sua vita professionale ha subito una svolta positiva, ma su Tio/20Minuti vuole testimoniare cosa significa finire nel gorgo del multi-lavoro. E non è la sola testimonianza, anche Maria, ex commessa, si racconta.

Sette su sette - «Di formazione ero venditrice, ma ho sempre lavorato anche come cameriera con impiego a ore - dice Marta -. Terminata la stagione turistica ho trovato qualcosina in un ristorante ma le chiamate erano discontinue. Tanto che lo scorso novembre ero arrivata a guadagnare solo 500 franchi al mese. Ma non volevo chiedere l’assistenza, perché mi vergognavo». A dicembre le è chiaro che le poche ore da cameriera non bastano. «Ho trovato allora lavoro in un negozio dove però facevo 50-60 ore al mese». Due impieghi, ma sincopati, che le occupano comunque la settimana. «Sette giorni su sette perché col ristorante anche il weekend era impegnato». 

Lo spettro assistenza - Nei mesi dove le chiamate erano più numerose, Marta arrivava a guadagnare 2’500 franchi. «Tolti 1.100 franchi per l’affitto, i pagamenti e il resto... non ci vivi. Ero sempre sfinita, perché spesso mi capitava di aprire il negozio al mattino e chiudere il ristorante la sera. Le vacanze te le scordi. Ammalarti? Non puoi permettertelo». Oggi è una parentesi chiusa: «Alla fine ho dovuto far ricorso all’assistenza, perché ero esaurita e non sopportavo più la gente. Ho capito che dovevo cambiare vita. Ho seguito una formazione e oggi sono autista di mezzi pubblici».

Una vita su e giù - In fuga dalla vendita, Maria ha invece superato da un po’ i 40 e oggi svolge tre lavori: «Ho fatto dieci anni di cassa in un supermercato e non ci voglio più tornare». Da oltre due anni, per sbarcare il lunario il mattino e il pomeriggio lavora come accompagnatrice di allievi su uno scuolabus, nel cuore della giornata è macchinista di funivia e la sera fa le pulizie in uno stabile del Cantone. «Sommate fanno circa dieci ore al giorno. Con il sabato e la domenica impegnati, tranne d'inverno, con la funivia». Una vita su e giù. Sempre di corsa e sul filo delle chiamate a ore. «Alla fine entrano sul conto poco più di tremila franchi. Ma dipende dai mesi». Il sogno? «Riuscire a rinunciare ad uno dei tre impieghi. Ma ottenere più ore finora è stato impossibile».

Unia: «Precarizzazione in crescita» - Ogni situzione ha le sue particolarità, ma i numeri segnano una tendenza al multi-lavoro che Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia spiega così: «Questi casi, sempre più frequenti, sono la diretta conseguenza di due fenomeni incrociati che il sindacato denuncia da anni: la precarizzazione dei contratti (aumento esponenziale dei contratti ad ore o a percentuali molto basse) e il dumping salariale». Una deriva, aggiunge, quasi obbligata: «Quando si lavora poche ore a settimana, e per di più per salari spesso indegni, non si può fare altro che accumulare due o anche tre professioni per poter vivere del proprio lavoro! Le misure più incisive e efficaci sono due: salari minimi degni, e limitazioni al lavoro su chiamata e ai contratti che non garantiscono un  numero sufficiente di ore di lavoro settimanali»

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COMMENTI
 

RobediK71 4 anni fa su tio
Quando la nave cola a picco sono i più deboli a esser buttati a mare

F.Netri 4 anni fa su tio
Risposta a RobediK71
Questa è la legge della Natura.

RobediK71 4 anni fa su tio
C’è sempre il volontariato per chi è stufo di stare a casa

Yoebar 4 anni fa su tio
Andate tutti in assistenza, li mantengono chiunque, anche stranieri.......soprattutto.......

Dog4life 4 anni fa su tio
O forse alcuni lavoratori ticinesi non valgono quanto effettivamente si autoilludono .

Zico 4 anni fa su tio
libera circolazione significa circolare da posto all'altro per poter lavorare. La sinistra che tanto ha voluto questa libera circolazione ora ci spieghi come mai succede questo.

Dioneus 4 anni fa su tio
Triste realtà per molti. E andrà sempre peggio con i costi insostenibili della vita. Chiaro che se lo stipendio nominale perde il passo riguardo al reale si arriva a questi limiti, con il mondo politico ed economico di destra che se ne frega. Anzi: auspica situazioni del genere. In Ticino poi ormai è drammatico.

KilBill65 4 anni fa su tio
Il problema e' che purtroppo oggi la politica ci sta prendendo in giro!!!.....Non c'e' nessuno che affronta il problema seriamente…..Fra' 5/10 anni in Ticino avremo delle problematiche serie…..Infatti e' gia' da tempo che molte persone abbandonano il nostro paese, visto che sta diventando invivibile economicamente…..

roma 4 anni fa su tio
...i miracolosi effetti economici degli accordi bilaterali e...non solo

klich69 4 anni fa su tio
E per le prossime votazioni ancora promesse e pecoroni a regalare voti, non votare unica arma paradossale.

matteo2006 4 anni fa su tio
Risposta a klich69
Votare in bianco in massa non passerà inosservato.

Rusky 4 anni fa su tio
sono solo percezioni ... un prof incompetente della Supsi dixit

Ecthelion 4 anni fa su tio
Quello che i sindacati non comprendono è che se aboliamo situazioni di lavoro precario come quello di Marta, le persone come Marta non entreranno mai nel mercato del lavoro. Il lavoro precario o flessibile è proprio la porta d'entrata nel mondo del lavoro, che al datore di lavoro non ingenera rischi e che al dipendente permette di fare esperienza e trovare poi di meglio (come infatti successo). Se invece io che ho ritirato i miei risparmi e aperto un bar devo per forza assumere a tempo pieno e indeterminato, probabilmente ci penserò due volte e in ogni caso prenderò un cameriere formato e d'esperienza, anziché dare una chance a chi ha bisogno di mettere piede nel mercato del lavoro.

matteo2006 4 anni fa su tio
Risposta a Ecthelion
Ma a quale costo personale? il lavoro dovrebbe nobilitare l'uomo non schiacciarlo opprimerlo renderlo dipendente, in ogni modo non lo trovo appagante dover lavorare 7 giorni su 7 a turni assurdi per una miseria con tutto quanto c'è da pagare da noi per vivere. Chi mette su un ristorante o un bar conosce anche come vivono queste persone ma con che faccia ti presenti ai tuoi dipendenti, e non si può chiedere di tirare la cinghia onestamente non hanno scelto loro di aprire questa è responsabilità del gerente accollarsi il carico maggiore. Questo non è lavoro è sfruttamento delle persone. Statevene a casa piuttosto a carico dello stato così non si può andare avanti, e quando non si troveranno più persone disposte a tutto pur di lavorare per pezzo di pane anche chi necessità di personale pagherà il giusto. Abbiamo votato per più vacanze NO, abbiamo votato per un reddito base per tutti NO e mi fermo ... ma quante volte NOI e solo NOI siamo stati capaci di sminuirci con queste situazioni?

patrick28 4 anni fa su tio
L'UDC-Lega non ci hanno mai spiegato come funziona la loro equazione salari a 2'000 CHF e porte chiuse.

GI 4 anni fa su tio
suvvia ora c'è la possibilità di ricevere, in caso di....., migliaia di francuzzi al mese al netto delle spese....

miba 4 anni fa su tio
Unia non ci ha mai spiegato come funziona la loro equazione salari minime e porte aperte ai frontalieri (e non solo...)
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