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L’Antiterrorismo italiano intende ripercorrere il percorso delle armi trovate nell’arsenale di Gallarate. E il detentore del missile aria-aria Matra potrebbe essere determinante
BISSONE - «Riuscire a ripercorrere il percorso delle armi è decisivo in queste indagini». È chiaro il capo della Direzione centrale della polizia di prevenzione italiana Lamberto Giannini, intervistato da SkyTg24. Le autorità italiane vogliono fare chiarezza sul ritrovamento della Digos di un arsenale in mano a un gruppo neonazista, ma anche del missile aria-aria a disposizione di un 42enne residente a Bissone.
Giannini ha spiegato di avere «preso contatti con le autorità del Qatar e quelle statunitensi». E ha aggiunto: «A breve le prenderemo anche con quelle svizzere». Sono state 24 ore di lavoro senza sosta per le autorità italiane e i loro reparti speciali, con perquisizioni che proseguono. «Ci sono dei grossi magazzini da controllare. Dobbiamo sapere il più possibile sulla provenienza delle armi».
Sul missile aria-aria Matra in utilizzo alle forze armate del Qatar, scovato in un deposito nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme (PV) Giannini ha spiegato che è necessario capire «se sia stato dismesso o rubato».
Il 42enne agli arresti domiciliari ha residenza a Bissone. A Melide una casella postale per la sua società. E sarebbe proprio lui l'interlocutore «di alcuni combattenti italiani con ideologie oltranziste evidenziatisi in passato per aver preso parte al conflitto armato nella regione ucraina del Donbass».
Sarà compito della collaborazione tra le autorità dei due paesi, ora, stabilire le responsabilità e ricostruire il viaggio delle armi.
