Il caso di Campione d’Italia pone l’accento su un fenomeno nascosto. La polizia cantonale: «Anche in altre circostanze, gli stupefacenti vengono occultati in zone differenti da quelle di spaccio»
LUGANO – Usavano Campione d’Italia come deposito. Ma la droga, in particolare cocaina, la spacciavano in Svizzera, verosimilmente nel Luganese. Storia dei due giovani albanesi finiti di recente in galera per mano dei carabinieri dell’enclave. «Avevano scelto Campione come campo base – ha dichiarato il maggiore Natale Grasso – probabilmente per sfuggire ai controlli delle autorità svizzere». Ma non è l’unico caso. «Ci sono situazioni analoghe» ammette il commissario capo Andrea Lurati, responsabile del Servizio antidroga della polizia cantonale ticinese.
Torna di moda la cocaina – Il fenomeno dei gruppi di spacciatori di origine albanese è ormai noto anche in Ticino da alcuni anni. Lo sa bene la polizia cantonale. «Se in un primo tempo – dice Lurati – questi si dedicavano prevalentemente allo spaccio di eroina, nel corso delle ultime inchieste è emerso come ora siano attivi anche nel traffico di cocaina. È una tendenza confermata dai costanti arresti e sequestri di stupefacenti operati dal nostro servizio antidroga».
Lo studio – Secondo un recente studio voluto dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nella “top 10” delle città europee con il maggior tasso di consumo di cocaina nel 2018, ci sarebbero ben quattro località svizzere: Zurigo, San Gallo, Ginevra e Basilea. Su 85 città in graduatoria, non si parla di Lugano. Forse solo perché i dati ticinesi a disposizione (per lo studio specifico) si fermano al 2016.
Statistiche variabili – Questo, tuttavia, non assolve né Lugano né il Ticino. Il problema è reale, e non può essere una statistica europea non aggiornata a nasconderlo. Difficile fare calcoli sul numero di arresti. Si parla di diverse decine di persone fermate ogni anno in Ticino. Le quantità di stupefacenti variano da situazione a situazione. Tanto per fare un esempio, nel 2017 sono stati 26 i chili di cocaina sequestrati dalla sezione antidroga. Nel 2016 “solo” sette. L’anno prima erano stati ben 55.
In fuga dai controlli svizzeri – In alcune di queste attività investigative è stato riscontrato un modo di operare simile alla situazione verificatasi a Campione. «Con l’occultamento dello stupefacente in zone diverse da quelle di spaccio. Alcuni soggetti erano residenti in Italia, ma attivi in Ticino nei loro traffici. In questi casi lo scambio di informazioni e l’attiva collaborazione con le varie forze dell’ordine italiane sono molto importanti».
Non si molla – A Campione, i due albanesi sono stati incastrati “grazie” ad alcuni piccoli traffici svolti sul posto. Resta, comunque, difficile per gli inquirenti portare avanti indagini che concernono più Stati. Lurati non si scoraggia. Anzi. «Teniamo alta la guardia, cerchiamo di analizzare e raccogliere le varie informazioni a disposizione. E nel contempo manteniamo buoni contatti con i nostri omologhi oltre frontiera».