Scintille alla stazione di servizio tra un cliente e un agente di sicurezza. La direzione spiega: «Malandazzo generale. Se uno non fa rifornimento di carburante, usi i parcheggi normali»
BELLINZONA – Ha parcheggiato l’auto da parte alla pompa di benzina ed è entrato nello shop a fare spesa. Al suo ritorno, un agente di sicurezza gli stava appioppando una multa di novanta franchi. È accaduto di recente alla stazione di servizio Piccadilly delle Semine, a Bellinzona. «È una vergogna – dice il cliente – io vengo sempre a fare benzina qui. Stavolta non l’ho fatta, ma ho comunque fatto un acquisto nello shop».
Maleducazione crescente – L’episodio è lo specchio di un fenomeno in crescita. «È un malandazzo generale – sostiene Carlo Rampinini, direttore di Piccadilly Ticino – anche in altre stazioni di servizio è così. E per questo siamo stati costretti a introdurre la presenza di agenti di sicurezza. Per noi è un costo non indifferente, tra l’altro».
Nessun guadagno sulle sanzioni – Le multe vengono incassate dallo Stato. «Noi non ci guadagniamo proprio niente. Anzi. E nemmeno gli agenti di sicurezza. Il fatto è che ci sono clienti che si permettono di occupare le pompe di benzina, pur non utilizzandole. Se uno non fa rifornimento di carburante, deve usare i parcheggi normali. Alle Semine, nello specifico, ce ne sono una trentina».
Una questione di sicurezza – Il cliente bellinzonese non ci sta. E rincara la dose. «Il 70% delle pompe di benzina, al mio arrivo, erano libere. Che fastidio davo? Si poteva chiudere un occhio». Ma il problema sta proprio qui. «Se tutti si comportassero così – precisa Rampinini – ci ritroveremmo in situazioni insostenibili. Dobbiamo pensare anche alla sicurezza. Se dovesse accadere un incidente di qualsiasi tipo, come si giustificherebbe la presenza di auto che non stanno facendo rifornimento in quel preciso contesto? La comodità piace a tutti. Ma ci vuole buonsenso».
Divieti ignorati – Il problema sembra concernere anche altre catene e altri marchi legati al rifornimento di carburante. «I disagi si verificano soprattutto in quelle stazioni in cui c’è un negozio annesso di una certa dimensione – riprende Rampinini – in alcune circostanze si creava il caos. Non potevamo continuare così. Chi fa benzina, nello shop beneficia di una cassa a parte per il pagamento del carburante. Questo per velocizzare il tutto ed evitare che si fermi troppo a lungo sul sedime. Perché dunque dovremmo tollerare determinati comportamenti? Ci sono pure cartelli di divieto. Ma vengono ignorati».