Cerca e trova immobili

MINUSIODa settimane alle prese con lo spettro dell’istituto

18.12.18 - 08:26
Nuovi retroscena sul caso della ragazzina prelevata in classe dai collaboratori dell’Arp. Tanti dubbi su tempi e modalità dell’intervento
Da settimane alle prese con lo spettro dell’istituto
Nuovi retroscena sul caso della ragazzina prelevata in classe dai collaboratori dell’Arp. Tanti dubbi su tempi e modalità dell’intervento

MINUSIO – Gli elementi raccolti negli scorsi mesi li hanno spinti a ritenere inopportuna, per quella ragazzina di 11 anni, una vacanza di due settimane con la mamma. Così, verso le 8.30 di venerdì mattina, i collaboratori dell’Autorità regionale di protezione (Arp) si presentano in una classe delle scuole medie di Minusio. E prelevano una bimba che il giorno dopo sarebbe dovuta partire per una crociera con la madre a Singapore. Il padre, separato dalla donna, appoggiava la vacanza. Il caso, raccontato negli scorsi giorni da Tio/ 20 Minuti, ha scosso docenti e compagni dell’undicenne.

Valutazione in ambiente neutro – Il direttore della sede, da noi contattato, non ha voluto commentare i fatti. In tanti si chiedono come possa sentirsi quella bimba, attualmente collocata in un istituto del Mendrisiotto. Un ambiente neutro, in cui poterne valutare lo stato psico-fisico, secondo le intenzioni dell’Arp. Troppe, forse, le ombre trapelate dai recenti colloqui avuti con i famigliari e con la stessa undicenne.  

Burnout – La madre, con cui vive la ragazzina, aveva avuto un burnout a gennaio 2018, con alcuni episodi di abuso d’alcol. E questo aveva spinto l’ex compagno a chiedere l’intervento delle autorità. L’allarme sarebbe in seguito rientrato. Ma la donna, proprio per ordini superiori, è stata costretta a continuare a sottoporsi ai test dell’alcol e degli stupefacenti.

Alti e bassi tra genitori – Dai documenti in possesso di Tio/ 20 Minuti emerge che i rapporti tra i due genitori, anche ultimamente, non fossero proprio idilliaci come da loro stesso sostenuto. Per il bene della bimba, tuttavia, cercavano di andare d’accordo.  

Richiesta di custodia – Il padre, in particolare, aveva messo per iscritto la sua volontà di ottenere la custodia della ragazzina. Specificando che se l’ex compagna avesse dimostrato di curarsi e di continuare a seguire bene la figlia (come aveva fatto prima del burnout) sarebbe stato felice di lasciare la bimba con la madre.  

La voce della ragazzina – Nel corso di un incontro avuto con la ragazzina lo scorso 21 novembre, l’Arp viene informata della crociera natalizia in programma con la madre. La ragazzina afferma, globalmente, di avere un buon rapporto sia con la mamma, sia con il papà. Anche la scuola sembra piacerle. Dal colloquio emerge invece la preoccupazione della giovane di fronte alla possibilità, ipotizzata da un’assistente sociale, di essere appoggiata a una famiglia affidataria, o di essere collocata in un istituto.

Domande senza risposta – Insomma, era da settimane che la bimba e i genitori erano alle prese con lo spauracchio dell’istituto. Ed era da settimane che l’Arp era a conoscenza della crociera natalizia a Singapore. Perché, dunque, aspettare il giorno prima della partenza per collocare, senza preavviso, la bimba in una struttura? E perché intervenire a scuola, coinvolgendo in maniera inopportuna docenti e compagni di classe? Se davvero c’era la necessità di un intervento urgente, perché non usare modalità meno traumatiche? Domande che, per ora, non trovano risposta.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE