Molti animali sono fobici poiché importati illegalmente. Altri non possono essere seguiti dai neo proprietari. Boom di ricollocamenti nel 2018. Gli specialisti: «Situazione inquietante»
LUGANO – Acquisto un cane. Ma poi mi rendo conto di non avere né la voglia, né il tempo per portarlo a spasso. È allarme padroni sprovveduti nella Svizzera italiana. Nel 2018 si sono registrate decine di ricollocamenti “interni”. Cani che hanno cambiato proprietario a causa di previsioni e calcoli sbagliati da parte dell’essere umano. «Da una parte ci sono i cani importati illegalmente – spiega Fabio Marinoni, istruttore in riabilitazione cognitiva e comportamentale –. E che dunque sono fobici per le esperienze travagliate vissute in passato. Dall’altra ci sono invece quei cani sui quali i neo proprietari non hanno fatto le dovute valutazioni. Questa casistica è in crescita».
Alto livello di immaturità – Ci sono le situazioni estreme, come il recente caso dei 21 cani rinchiusi in un appartamento di Locarno. Ma anche tante zone d’ombra. Di statistiche vere e proprie non ne esistono ancora. Tuttavia, la percezione, per chi lavora nell’ambiente, è piuttosto univoca. Anche Luca Bacciarini, veterinario cantonale, è preoccupato. «C’è un alto livello di immaturità in giro – commenta –. Alcuni comprano un cane come se acquistassero un paio di scarpe. È un trend inquietante. Certe persone non realizzano che avere in casa un animale necessita di tempo. E anche di soldi. Cosa accade se il cane si ammala? Chi paga? Troppa gente non se lo chiede».
Si rimpiangono i corsi – Secondo Marinoni la situazione sarebbe peggiorata con l’abolizione dei corsi obbligatori per detentori di cani. «Avevano il pregio di fare una prima selezione – ammette –. Chi non aveva voglia di impegnarsi a seguire un corso, era già tagliato fuori. Adesso c’è la corsa ad acquistare il cane. Per poi, a un certo punto, rendersi conto di non essere in grado di gestirlo. Il problema, se non si interviene subito, potrebbe crescere nel futuro prossimo».
Aggressività e agitazione – In alcuni casi, specialmente per i cani di grandi dimensioni, se l’animale non viene portato a spasso con regolarità, possono subentrare problemi di natura comportamentale. Da stati di aggressività ad agitazione. «Le associazioni che si occupano di cani – evidenzia Marinoni – sono alle prese con un boom di ricollocamenti. Tanti padroni alzano bandiera bianca. E allora bisogna trovare un nuovo proprietario in grado di occuparsi dell’animale».
Finti benefattori – In parallelo prosegue l’importazione illegale di cani dall’estero. Una piaga che fatica a guarire. «Parlerei di una vera e propria epidemia – fa notare Bacciarini –. Anche in queste circostanze, la serietà di chi si porta in casa un cane è discutibile. Alcuni si spacciano per salvatori di animali. E poi portano i cani in Ticino, piazzandoli a gente che si improvvisa amante degli animali. Fallendo».