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CANTONEIniziativa “per l’autodeterminazione”? «Un attacco ai diritti sindacali e dei lavoratori»

15.11.18 - 14:33
Unia invita a respingere l'iniziativa popolare: «Minerebbe la tutela dei salariati»
Iniziativa “per l’autodeterminazione”? «Un attacco ai diritti sindacali e dei lavoratori»
Unia invita a respingere l'iniziativa popolare: «Minerebbe la tutela dei salariati»

BELLINZONA - In vista della votazione del 25 novembre prossimo sull’iniziativa popolare detta “per l’autodeterminazione”, il sindacato Unia Ticino invita le lavoratrici e i lavoratori a votare No. Per il sindacato, infatti, la proposta «andrebbe a indebolire la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini e a minare la tutela dei salariati e che pertanto va seccamente respinta».

Unia spiega come sia proprio dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e dal diritto internazionale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) che derivano il diritto di fondare un sindacato e di aderirvi liberamente, il diritto di difendere gli interessi di una categoria professionale tramite l’azione collettiva, il diritto di organizzarsi all’interno delle aziende, la protezione dai licenziamenti anti-sindacali, il diritto dei sindacati di accedere ai luoghi di lavoro e di consigliare i dipendenti, così come la protezione di quelle persone che coraggiosamente segnalano e denunciano comportamenti irregolari o illegali di cui sono venute a conoscenza nell’ambito della loro attività lavorativa (i cosiddetti “whistleblower”).

«L’Oil - prosegue il sindacato - nel corso della storia ha promulgato moltissime convenzioni riguardanti i diritti dei lavoratori a cui il nostro paese si è poi adattato. Attualmente ve ne sono in vigore 49, le più importanti delle quali riguardano: l’abolizione effettiva del lavoro minorile, l’eliminazione della discriminazione nell’impiego e nella professione, l’abolizione del lavoro forzato, la libertà d’associazione e il diritto alla negoziazione collettiva». «Una messa in discussione di questi strumenti di protezione - conclude - rappresenta insomma una minaccia per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori di questo paese, per cui si imporrebbero un rafforzamento della legislazione sul lavoro e più aderenza alle direttive internazionali (si pensi alla questione della protezione contro i licenziamenti abusivi e anti-sindacali), altro che “autodeterminazione”».

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