Lo spettacolare intervento condotto da una ditta di Vira Gambarogno ha riportato in superficie un natante che si trovava a 175 metri di profondità
VIRA GAMBAROGNO - Era affondata una decina di giorni fa, probabilmente a causa di una collisione. Da allora era adagiata sul fondo del Verbano a una profondità di circa 175 metri. E lì ha atteso fino ad oggi. Quando, gli uomini della Boerlin Lavori Subacquei, una ditta di Vira Gambarogno specializzata nel recupero di natanti affondati di Vira Gambarogno, l’hanno riportata in superficie.
È stato una manovra molto complessa quella eseguita oggi nei pressi di Ranzo. Ma necessaria. «La barca - ci spiega Davide Santomauro della Boerlin - aveva iniziato a perdere idrocarburi nel lago». Un rilascio lento ma graduale che avrebbe potuto provocare un importante inquinamento delle acque.
Le operazioni di individuazione e recupero si sono svolte in tre fasi. «Dapprima abbiamo individuato la barca con un ROV subacqueo (uno speciale robot guidato dalla superficie e capace di operare a grandi profondità), poi l’abbiamo agganciata e infine grazie a un argano posizionato su una chiatta l’abbiamo riportata in superficie assistiti dai Pompieri di Locarno e dalla polizia lacuale». Ora il relitto si trova in un cantiere nautico della zona.