Unia ha organizzato una manifestazione di solidarietà nei confronti dei dipendenti nell'ultimo giorno di apertura dei negozi ex Charles Vögele
BELLINZONA - «Si chiudono i negozi, ma non la vertenza». È con questo spirito che Unia ha organizzato nella mattinata di oggi un picchetto presso la filiale di Bellinzona di OVS in Piazza del Sole, per dimostrare solidarietà a tutte le dipendenti e a tutti i dipendenti ticinesi della catena che oggi cesserà le sue attività anche negli ultimi due punti vendita rimasti aperti, nella Capitale e a Balerna.
«Il primo obiettivo di oggi è proprio questo - ha spiegato Giangiorgio Gargantini, responsabile del sindacato per il settore terziario - non lasciare sole le lavoratrici nell’ultimo giorno di lavoro di una carriera che in alcuni casi è iniziata anche 15/20 anni fa».
La chiusura anticipata - Il secondo punto odierno è importante quanto il primo per il sindacalista, far capire che la dignità delle persone non sarà dimenticata: «Al momento non sono arrivate comunicazioni individuali a tutti i dipendenti, come era stato stabilito a fine giugno. La chiusura anticipata ha rimesso tutto in discussione. Il percorso che auspichiamo è quindi che l’azienda liberi i lavoratori pagando quanto spetta per i tempi di disdetta. Se così non sarà la questione sarà molto più grave».
Il piano sociale - Ad oggi non è possibile lavorare per un piano sociale perché entrambe le aziende coinvolte rifiutano un confronto. Sempione Fashion, che gestisce i circa 140 negozi OVS in Svizzera, ha avviato il processo di moratoria concordataria e quindi non può dialogare o favorire uno solo dei creditori, ovvero i dipendenti. «Qualora dichiarasse fallimento, come è prevedibile nelle prossime settimane, sarà il momento del confronto, ci faremo avanti a testa alta, ma temo non ci saranno scenari positivi». Il gruppo OVS, invece, ritiene di non essere l’interlocutore responsabile.