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LUGANOAsilo nido: licenziati i 3 dipendenti e 15 bimbi a casa

19.07.18 - 13:55
Prima la guerra tra proprietà e associazione, quindi il divieto d’uso da parte del Municipio. Ora l’annuncio che a settembre non si potrà riaprire, ma...
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Asilo nido: licenziati i 3 dipendenti e 15 bimbi a casa
Prima la guerra tra proprietà e associazione, quindi il divieto d’uso da parte del Municipio. Ora l’annuncio che a settembre non si potrà riaprire, ma...

DINO - È una brutta estate per gli ultimi tre dipendenti dell’asilo di Dino, che aveva aperto ad aprile dopo essere rimasto chiuso per sei anni. Una ripartenza che si è arenata dapprima nella guerra scoppiata tra la proprietaria e l’associazione Stazione dei bambini che affittava la struttura (ma la proprietà è un punto contestato e un contenzioso di cui si sta occupando anche la procura); e poi si è definitivamente incagliata nello scoglio del divieto d’uso deciso dal Municipio di Lugano per lavori alle canalizzazioni non eseguiti.

Sotto questi nuvoloni di tempesta, ieri, ha grandinato sul personale (due educatrici più la direttrice, ma altri due licenziamenti erano avvenuti in precedenza) che ha ricevuto una lettera di licenziamento firmata dall’associazione e la promessa del saldo a rate degli ultimi tre stipendi (da giugno ad agosto). Il caso è seguito da vicino anche dal sindacalista Ocst Giorgio Fonio: «Siamo a conoscenza della situazione e abbiamo segnalato quanto sta accadendo - conferma Fonio -. È una gestione che preoccupa perché, oltre che sul personale, situazioni simili possono avere delle ripercussioni anche sugli stessi bambini».

«Per fine agosto non avremo più un lavoro - racconta a Tio/20Minuti una delle licenziate -. Fa male perché come progetto pedagogico e come struttura siamo in regola. Se non ci fosse stata questa guerra tra amministratore e proprietaria, nessuno avrebbe avuto da ridire sul nostro lavoro». Fa male anche perché continua l'educatrice: «Lavoro da quindici anni nel settore e per la prima volta ricevevo uno stipendio fisso mensile e la tredicesima. Da situazione paradisiaca, rispetto a molti altri nidi dove il compenso è a ore e anche molto basso, si è trasformata in inferno. Per noi e per le 15 famiglie rimaste a piedi». L’asilo infatti si stava ingrandendo dopo aver iniziato nei primi mesi con cinque bambini. Molto amareggiata è anche la direttrice, che un pochino ancora crede nel miracolo: «Ieri abbiamo passato una brutta giornata, perché ci abbiamo sperato fino all'ultimo. E ancora spero che il Municipio possa ripensarci, alla luce del fatto che dal profilo pedagogico tutto era in ordine, il Cantone aveva dato l'autorizzazione definitiva e le famiglie erano contente di noi». Autorizzazione che però i servizi cantonali, in data 11 luglio, hanno comunicato di aver sospeso fintanto che non verranno eseguiti i lavori richiesti. Una luce la tiene invece aperta l'associazione, il cui responsabile sottolinea: «Sono licenziamenti preventivi. A riassumere si fa in fretta. Chiediamo che anche il Comune ci venga incontro revocando il divieto d'uso».

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