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CANTONEOltre 176.000 franchi: ecco quanto è costato il processo a Egli

24.05.18 - 08:34
La difesa dell'uomo condannato per l'assassinio di Stabio annuncia il ricorso, la spesa lievita. Dibattimenti sempre più cari. E spesso è lo Stato a dovere pagare.
tipress/tio.ch
Oltre 176.000 franchi: ecco quanto è costato il processo a Egli
La difesa dell'uomo condannato per l'assassinio di Stabio annuncia il ricorso, la spesa lievita. Dibattimenti sempre più cari. E spesso è lo Stato a dovere pagare.

LUGANO – Potrebbe esserci un ricorso contro la condanna a 20 anni per Michele Egli, l'uomo che ha ucciso Nadia Arcudi nell'ottobre del 2016 a Stabio. Ad annunciarlo sono i suoi stessi legali. La macchina della giustizia potrebbe dunque presto vedersi confrontata con nuove spese. Già durante il dibattimento, svoltosi a Lugano, il giudice Amos Pagnamenta aveva cercato di contenere i costi. La perizia psichiatrica effettuata sull'accusato, per la corte, risultava infatti al limite dell'accettabile. Anche per questioni economiche, tuttavia, si è deciso di considerarla valida. Non a torto, visto che per analizzare il profilo di Egli fino a quel momento erano stati spesi ben 70.526 franchi.

Tutte le spese per il caso Arcudi – Ma quanto costa la giustizia? E quanto costa al condannato? L'atto d’accusa legato all’assassinio di Stabio indica le spese d'istruzione sostenute per il caso specifico. Si passa dai 24.749 franchi per le analisi tossicologiche ai 70.850 franchi per i controlli telefonici. Dai 4.820 franchi per la medicina legale ai 1.930 franchi per l'analisi dei supporti informatici. A queste spese vanno aggiunti 69 franchi per gli interpreti e 3.103 franchi per gli extra. Totale: 176.048 franchi e 95 centesimi. Non finisce qui. Il condannato è sempre tenuto a pagare anche una tassa di giustizia. Proporzionale a quanto tribunale, polizia e magistratura hanno dovuto lavorare. Più l'incarto è voluminoso, più la tassa è elevata. 

Un debito che spesso non viene saldato – Michele Egli potrà, col tempo, fare fronte alla valanga di spese generata dal processo a suo carico? Il dubbio è lecito. Perché spesso, per un motivo o per l’altro, il condannato non riesce a fare fronte al debito economico con la giustizia. Le statistiche indicano che ogni anno, tra cause penali e civili, in Ticino vengono spesi oltre 3 milioni di franchi già solo per garantire un avvocato d'ufficio a chi non può permetterselo. In oltre la metà dei casi, il condannato non ha i fondi per affrontare le spese processuali e legate alla sentenza. Il tutto, a suon di precetti esecutivi, termina poi in un certificato di carenza beni.  

Una stima difficile – Il conto, molte volte, torna quindi al Cantone. Difficile fare una stima complessiva di quanto, ogni anno, resti da pagare allo Stato (considerando anche le spese che l’autorità deve sobbarcarsi nei casi in cui l’imputato viene assolto). In generale, si parla di decine di milioni di franchi annui.

Costi maggiori rispetto al passato – Da fine 2010 è subentrato il nuovo Codice di procedura penale svizzero, generalizzato per tutti i Cantoni. Da una parte si tratta di un bene, perché i tempi dei dibattimenti in aula si sono ridotti. Ci si basa sugli atti, sulla raccolta delle prove e sulle testimonianze acquisite nella fase istruttoria. Dall'altra parte, però, proprio la fase istruttoria (e il caso di Michele Egli ne è l'emblema) è diventata parecchio più complessa, generando più burocrazia. E, di conseguenza, costi maggiori rispetto al passato. 

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