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BELLINZONA«Mi hanno dato del “negro” e del “mandingo”, non minimizziamo»

26.04.18 - 09:33
Jordan Morgantini, 30 anni, è il calciatore insultato a Malvaglia. La sua testimonianza: «Io sono una persona forte. Ma bisogna pensare anche a quei ragazzi che non hanno il mio carattere»
«Mi hanno dato del “negro” e del “mandingo”, non minimizziamo»
Jordan Morgantini, 30 anni, è il calciatore insultato a Malvaglia. La sua testimonianza: «Io sono una persona forte. Ma bisogna pensare anche a quei ragazzi che non hanno il mio carattere»

BELLINZONA – «Io ho le spalle larghe. E certe cose mi scivolano addosso. Ma bisogna pensare anche alle persone più fragili». Jordan Morgantini, 30 anni, è il calciatore di colore che lo scorso weekend, a Malvaglia, si è beccato del “mandingo” e del “negro” da alcuni sostenitori del Blenio calcio. Una faccenda minimizzata dai vertici del club locale, che quel giorno affrontava proprio il Semine di Jordan per un match del campionato di terza lega. Ora il 30enne ha accettato di raccontare la sua visione dei fatti. «Non per fare polemica. Ma per sensibilizzare».  

Svizzero a tutti gli effetti – Nato e cresciuto nel quartiere delle Semine, a Bellinzona, Jordan si ritiene svizzero a tutti gli effetti. «Mia mamma è di qui (il papà, con cui non ha contatti, è di origini africane). E io parlo anche il dialetto ticinese». Di ruolo centrocampista, ha un diploma da impiegato di commercio al dettaglio in tasca. «Ho sempre giocato in squadre del Bellinzonese. Qui ho anche fatto le scuole. Questa è la mia regione. Ho pure la “morosa” di Malvaglia, luogo dove si sono svolti i fatti che hanno dato origine a queste polemica».

 Tra adrenalina o stupidità – Già, quei fatti che Jordan non vuole relativizzare. «Perché non è vero che si è trattato di un episodio confinato al finale di partita. Io gli insulti li ho sentiti anche durante l’incontro. Intendiamoci: non mi dà fastidio se un avversario, in preda all’adrenalina, mi dice “negro di m…”. Chi gioca a calcio sa che in campo si dicono spesso cose che non si pensano. Fa riflettere, però, che certe parole provengano da chi sta attorno al campo».

 Le scuse dei bleniesi – Il caso è stato segnalato anche alla Federazione ticinese. Jordan non vuole alimentare le polemiche. Ma precisa: «Io so chi sono e da dove vengo. Certe parole mi entrano da una parte e mi escono dall’altra. Bisogna, però, pensare anche a quei ragazzi che magari sono qui da poco. O che non hanno la mia stessa forza di carattere. L’altro giorno, a Malvaglia, in tanti mi hanno chiesto scusa anche a nome di queste poche persone che tentavano di offendermi. È giusto sottolinearlo. Perché nelle valli c’è tanta buona gente. Sui campi del calcio minore penso che la situazione sia buona. Non noto particolare razzismo. Quello che non voglio è che l’episodio venga sminuito».

 

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