Le misure annunciate dal Consigliere di Stato Norman Gobbi destano più di una preoccupazione tra le piccole società
BELLINZONA - Non si placano discussioni e polemiche scaturite dal giro di vite promesso dal direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi sull’onda degli incidenti avvenuti alla Valascia lo scorso gennaio in occasione dell’incontro tra Ambrì Piotta e Losanna, che nei giorni scorsi hanno portato al fermo di 13 persone.
Le annunciate misure anti-hooligan, in particolare l’introduzione all’ingresso delle strutture sportive di apparecchiature per l’identificazione facciale e di controlli sistematici dei documenti di identità, preoccupano soprattutto le piccole società sportive, scrive il Caffè.
Società, come spiega il direttore sportivo del Chiasso Nicola Bignotti, che già spendono per la sicurezza cifre superiori a quelle incassate dalla vendita dei biglietti e quindi in serie difficoltà di fronte alla prospettiva di dover investire in nuovi strumenti che non si sa «quale efficacia possano avere» e che, sottolinea il dirigente, rischiano di allontanare dagli stadi quei tifosi pacifici che costituiscono il 99,9% del totale.