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CANTONE Argo 1, Pronzini attacca: «Polizia ed ipocrisia del Consiglio di Stato»

22.01.18 - 10:11
Il deputato inoltra 14 domande al Consiglio di Stato per fare luci sui legami tra la polizia cantonale e Marco Sansonetti, direttore operativo della Argo1
Argo 1, Pronzini attacca: «Polizia ed ipocrisia del Consiglio di Stato»
Il deputato inoltra 14 domande al Consiglio di Stato per fare luci sui legami tra la polizia cantonale e Marco Sansonetti, direttore operativo della Argo1

BELLINZONA - Il titolo dell’interpellanza è alquanto duro: “Argo 1, polizia e ipocrisia del Consiglio di Stato”. Ed è firmato dal deputato Matteo Pronzini che attraverso 14 domande stigmatizza la scelta del Governo di non rispondere più a domande relative alla Argo 1 fino al termine dei lavori della Commissione d’inchiesta parlamentare.

Una decisione che secondo il deputato avrebbe creato -  tra fughe di notizie, presunte ammissioni, articoli di stampa e quant’altro - un caos di informazioni. «Se da un lato -scrive Pronzini -  il Consiglio di Stato si rifiuta di rispondere alle domande dei deputati o fornisce spiegazioni assolutamente incoerenti, dall’altra sembra che alcuni suoi membri “si lascino sfuggire” informazioni che vengono poi divulgate dai media, anche se incomplete. (....) Queste “fughe di notizie” sembrano essere finalizzate a distogliere l’attenzione da l’uno o l’altro aspetto delle vicenda in una specie di continuo gioco di “scarica-barile”».

Nelle sue 14 domande, Matteo Pronzini chiede cosa intende fare il Governo per evitare simili fughe di notizie e riportare  “fiducia nelle istituzioni” da parte dei cittadini. Le domande del deputato si soffermano però anche su un altro aspetto poco chiaro e alquanto preoccupante se confermato dall’inchiesta: ovvero “il ruolo della polizia cantonale, o per lo meno su alcuni suoi rappresentanti”.

Pronzini si riferisce al fatto che - stando ad indiscrezioni di stampa - un ufficiale della polizia cantonale avrebbe inviato il 28 luglio del 2015, un’email a Marco Sansonetti, il direttore operativo della Argo1, con  referenze molto positive sul suo operato. «Il graduato ammette di non essere autorizzato a rilasciare "referenze formali", ma scrive dall’account ufficiale della polizia; "nulla da eccepire per quanto attiene il servizio prestato da Argo1 e da lei per la questione Camorino"».

Da qui la decisione di rivolgersi al Governo per fare chiarezza e chiedere «se l’email  con le referenze positive sia stata inviata dall’ufficiale di polizia prima o dopo i fatti di Camorino, per i quali è in corso un’indagine per sequestro di persona e rapimento, coazione, lesioni corporali gravi e omissioni di sicurezza ai danni di un richiedente l’asilo minorenne»; e che legami ci sono fra l’ufficiale di polizia che ha scritto le referenze e i due poliziotti coinvolti e rispettivamente con Sansonetti.

 

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