Il dibattito è aperto. Intanto in Ticino si prepara un osservatorio permanente e un sito per la certificazione delle aziende elvetiche, così da sostenere l'economia nazionale
LUGANO/BERNA - Non c'è una data, un percorso predefinito da seguire; non c'è neppure una conferma spoglia di dettagli. Al momento solo indiscrezioni, pubblicate alla fine di novembre su Bilanz e chiacchierate, da allora in poi, come si fa con una verità. Nessuno ormai solleva più neppure il dubbio che lo sbarco di Amazon in Svizzera sia prossimo; al punto che al Rathaus di Berna, quest'oggi, si rifletterà sul senso e le conseguenze di quello che promette d'essere un evento, per l'economia elvetica, il commercio e, in particolare, l'e-commerce. Tema, una domanda, eloquente: "Amazon in Svizzera: una minaccia o un'opportunità?".
Ai posteri l'ardua sentenza. Nel frattempo... - Diciotto interlocutori per provare a sciogliere i nodi un dubbio che non ha soluzione, almeno per adesso. «Sarà la storia a dirlo», mette in guardia subito Carlo Terreni, direttore NetComm Suisse, organizzatore e moderatore del dibattito. Ma qualcosa di importante, osserva, si può anticipare fin d'ora, prendendo in esame sia pur solo sulla carta esigenze e aspettative dei principali interlocutori. «Che sono tre: i clienti che comprano, le aziende che vendono, i supplier che offrono servizi».
Un maggior numero di prodotti, a prezzi più bassi - «I consumatori potrebbero avere più prodotti a prezzi più bassi. Le aziende elvetiche maggiore concorrenza, ma anche la disponibilità di un portale cui appoggiarsi, senza necessità di strutturarsi da zero con un sito proprio, con il vantaggio di poter raggiungere più persone in meno tempo e con costi inferiori. Quanto ai supplier, dell'arrivo di Amazon potrebbe beneficiare chi sarà in grado di offrire consulenza su come vendere sulla piattaforma; di contro, saranno penalizzati coloro che realizzano siti internet».
Noi, carenti nella vendita online: Amazon sarà un grosso aiuto - Ragionamenti giocoforza sommari, che mostrano come la partita si giocherà soprattutto fra due estremi: la «concorrenza» cui saranno sottoposte le ditte locali e l'opportunità, di contro, che le stesse avranno di colmare le proprie lacune infrastrutturali nel settore online, in vista di un incremento dell'export. «Statisticamente, Amazon va ad aumentare la fiducia nei clienti, intercettando anche le fasce fino a quel momento più restie a comprare su internet, con possibili impatti positivi per tutti gli operatori e-commerce. Chi compra oggi da Amazon e si trova bene, sarà rassicurato dall'esperienza e domani comprerà da un altro. Una piattaforma così importante aumenta l'intensità e la frequenza degli acquisti».
Il dubbio: che cosa cambierà rispetto a .com? - Che, finora, non erano comunque preclusi agli svizzeri, grazie all'appoggio dei siti .com o .it per esempio. «Bisogna aspettare e vedere che cosa cambierà con .ch. È la stessa domanda che si pongono oggi i merchant svizzeri, i quali attendono con impazienza maggiori dettagli. Per questo la nostra associazione vorrebbe attivare un osservatorio permanente, così da tenere sotto controllo il fenomeno e monitorare i prezzi».
Contro la concorrenza sleale, un sito per svizzeri doc - L'auspicio è che amazon.ch possa sì essere di vantaggio al cliente, ma anche e soprattutto alle aziende locali e alle esportazioni. Per aiutare l'economia elvetica e scongiurare un suo eventuale soccombere dinnanzi a una concorrenza spietata e magari poco corretta, ecco «un trustmark che certifica la filiera e-commerce svizzera e dà la possibilità ai compratori elvetici di fare acquisti consapevoli, in piena sicurezza, sostenendo l'economia nazionale.
Buysafe.swiss: e l'acquisto diventa consapevole - Tutto è ormai pronto per l'attivazione di buysafe.swiss, «con il quale vogliamo offrire certificati alle aziende svizzere che possiedono una situazione finanziaria solida e che si appoggiano a operatori locali, creando posti di lavoro qui. Vogliamo certificare la filiera dell'e-commerce, che ha un'importanza strategica e genererà tanta economia quanta ancora non siamo stati in grado di intuire davvero».