Il noto finanziere ticinese esprime pesanti critiche nei confronti della tv pubblica infiammando un clima di per sé già molto teso
LUGANO - In questo periodo delicato in merito alla votazione No Billag non sono molte le voci ticinesi critiche nei confronti della SSR. Sui giornali abbondano articoli, opinioni e prese di posizioni da parte di politici, associazioni, personalità che puntualmente ribadiscono di affossare - per tutta una serie di motivi - l’iniziativa che vuole non far pagare più il canone radiotelevisivo .
A parte Alain Bühler e Lorenzo Quadri, difensori dell’iniziativa, e qualche altro esponente della Lega e dell’UDC, sono poche le personalità ticinesi al di fuori della politica che in questi giorni, pubblicamente, riescono a dire votate sì a No Billag. Lo ha fatto in un certo senso Tito Tettamanti, oggi, con un commento pubblicato sulle pagine del CdT. È un nome illustre quello di Tettamanti. Ci ha messo faccia e nome in un lungo articolo in cui ha mosso una serie di critiche nei confronti della SSR.
Ha parlato di una tv bulimica formata da «7 canali televisivi, 17 stazioni radio, dozzine di siti web, 42 canali YouTube, 108 account di Facebook, 54 di Twitter e 32 di Instagram». Una situazione «non giustificabile in un rapporto equilibrato tra pubblico e privato». Ha definito la SSR monopolista che si è «costruita la più vasta redazione online della Svizzera (srf.ch) offrendo gratuitamente (grazie alle nostre tasse) un servizio in diretta concorrenza con gli altri editori».
E ha descritto la tv di Stato come una tv «obesa». Un’obesità di cui «ci si convince quando si viene a sapere che per la nomina del consigliere federale Cassis sono stati impiegati 235 dipendenti della SSR. Dato che non siamo nella Corea del Nord qualche camera da presa in meno non avrebbe offeso Cassis né svilito la qualità delle riprese. Sono 103 gli inviati al Festival di Locarno, pluricentinaia per le Olimpiadi di Sochi: abitudini note».
Tettamanti condanna poi «l’uso improprio del concetto di oggettività» da parte della tv e dice: «La sproporzione tra l’orientamento ideologico dei cittadini svizzeri e quello dei giornalisti SSR non può non dar adito a perplessità». E infine affronta due aspetti che lo disturbano particolarmente: il primo è che la SSR sia la sola a fare giornalismo di qualità, «espressione di inaccettabile presunzione e offensiva verso colleghi della stampa scritta che in condizioni difficili e con minor remunerazione non sono certo meno qualificati». il secondo aspetto è «il monopolio della pretesa oggettività che nel concetto comune assume la valenza di una descrizione incontestabile della realtà in quanto affermata dagli schermi e microfoni della SSR».
Dunque è un invito, quello di Tito Tettamanti, a votare si a No Billag? Il finanziere non lo dice apertamente, anzi accenna con poche parole che l’iniziativa ha pure dei difetti e chiude il suo intervento affermando che «l’emotività non può servire da alibi per i difetti della SSR».