Chi partecipa a questo appello appartiene alle più varie forme artistiche
BERNA - Oltre 5000 artisti svizzeri si stanno mobilitando per difendere la SSR dall'iniziativa "No Billag", che mira a eliminare il canone radio-TV. In nome della diversità culturale della Svizzera, chiedono al popolo di respingere il testo in votazione il prossimo 4 marzo.
L'appello pubblicato sul sito www.no-culture.ch è stato sottoscritto da cineasti, comici, musicisti, compositori, scrittori, traduttori di letteratura e ballerini, si legge in un comunicato odierno dei responsabili della campagna coordinata dalla Cooperativa degli artisti interpreti SIG e dalla società di gestione che tutela i diritti di protezione affini della Svizzera e del Lichtenstein SWISSPERFORM.
Tra l'elenco degli artisti che hanno deciso di prendere posizione è possibile trovare anche personaggi ticinesi: come il regista Fulvio Bernasconi, il musicista Marco Zappa e l’autrice Anna Felder.
Marco Zappa ha dichiarato: «Io sono a favore di un servizio informativo pubblico, democratico, libero, aperto al mondo e che sappia essere fedele al paese ed alle culture che rappresenta, e per questo preferisco pagare un canone, e mantenere il più possibile un’indipendenza da gruppi editoriali privati».
Fulvio Bernasconi ha continuato: «L’iniziativa No-Billag vuole fare sparire la radio e la televisione pubbliche. L’iniziativa attacca l’idea stessa della democrazia partecipativa e del bene comune dei cittadini, due dei valori fondanti dell’identità svizzera».
«A noi creatori di cultura - si può leggere nel comunicato - è chiaro che l’iniziativa No Billag vuole distruggere la SSR. L’esistenza di 13 stazioni televisive regionali e di 21 radio locali verrebbe messa in pericolo e questo non solo mette in dubbio la libera formazione delle opinioni, ma anche la tradizione culturale svizzera: dalla musica popolare alla techno, dalle serie Tv come “Der Bestatter” ai lungometraggi, dai polizieschi al festival dell’umorismo. Una cosa è chiara come il sole: le emittenti finanziate esclusivamente dalla pubblicità trasmettono una quota decisamente inferiore di musica svizzera rispetto alla SSR ed alle altre radio private finanziate dal canone. I comparti di musica classica, musica popolare, musica jazz o rock andrebbero a morire. E non dimentichiamo che la SSR è un partner di vitale importanza anche per la produzione di film e di documentari in Svizzera».
L'appello lanciato oggi è sostenuto anche da oltre 50 organizzazioni, fondazioni e associazioni culturali regionali e nazionali.