Andrea Genola si schiera contro l'appello alla politica dell'Associazione metalcostruttori Ticino
BELLINZONA - Ancora Lia e ancora uno schieramento tra chi vorrebbe mantenere l'albo introdotto dalla Legge sulle imprese artigianali e chi invece sostiene che «la vergognosa farsa non ha limiti».
Lo scorso novembre il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) ha accolto il ricorso di una ditta del Sopraceneri attiva nel commercio di mobili e attrezzature per l'arredamento. Il Tram ha annullato la decisione della Commissione di vigilanza sulle imprese artigianali che stabiliva l’obbligo per la ditta di iscriversi all’albo Lia per il servizio di posa di rivestimenti di pavimenti che offre. Secondo la sentenza del Tram la sua iscrizione all'albo «è lesiva della libertà economica».
La decisione del Tram aveva spinto il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali a non escludere «un passo indietro definitivo nei confronti di questa legge».
L'Associazione metalcostruttori Ticino ha trasmesso un appello alla politica affinché difenda la Lia come «legge che va tutelata» per il futuro dei metalcostruttori e per combattere la concorrenza sleale: «Speriamo che la politica possa influenzare le decisioni del tribunale amministrativo». Dall'altro lato Andrea Genola, primo firmatario della petizione contro la Lia, sostiene che si tratta di «un gravissimo e inammissibile appello», «che un politico dovrebbe ritenere intollerabile».